TIC, la relazione della Commissione europea

di Lorenzo Gennari

21 Aprile 2008 17:45

i2010 è il nuovo programma della Commissione europea che definisce gli orientamenti strategici di massima per la società dell'informazione e i media. Ecco i primi risultati nella relazione della commissione europea

Tic è l’acronimo che indica le Tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni, un settore che in Europa sta registrando progressi mai visti prima d’ora.

A mettere in evidenza questo aspetto è l’ultima relazione della Commissione europea sullo sviluppo dei servizi che riguardano la tecnologia informatica, in particolare quella legata al mondo dell’informazione e della comunicazione.

Dai dati emerge che oltre la metà degli europei utilizza regolarmente Internet grazie anche ad una copertura che arriva all’80% in termini di connessione a banda larga.

Inoltre, sotto il profilo dei servizi erogati al pubblico, la pubblica amministrazione dell’Unione Europea può dirsi soddisfatta poiché ben il 60% dei servizi pubblici nell’Ue è integralmente disponibile in rete.

Il forte impegno a favore delle tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni sia a livello comunitario che nazionale è stato favorito a partire dal 2005, anno in cui venne concordata l’iniziativa i2010 volta a garantire una strategia digitale per la crescita e l’occupazione nell’Unione europea.

“È una piacevole novità vedere come oggi tutti i 27 Stati membri sostengano con le loro rispettive politiche nazionali le Tic, il vero motore della crescita europea. Questa tendenza contribuisce a rafforzare la competitività dell’Europa a livello internazionale e a modernizzare la vita quotidiana degli europei”, ha dichiarato Viviane Reding, Commissario responsabile della società dell’informazione e dei media.

“È particolarmente positivo constatare che nell’Ue il 77% delle imprese, il 67% delle scuole e il 48% dei medici colgono i vantaggi offerti dalle connessioni veloci a banda larga. Tuttavia, alcune regioni dell’Ue sono ancora in ritardo e non sono completamente connesse. Tutti i paesi dell’Ue devono quindi potenziare gli sforzi per colmare queste lacune e migliorare i servizi transfrontalieri di comunicazione così come quelli che raggiungono anche le regioni rurali e periferiche”, ha poi continuato il commissario.

La relazione sottolinea il ruolo fondamentale svolto negli ultimi cinque anni dall’istruzione e dalla sanità on-line: oltre il 96% delle scuole in Europa è connesso a Internet e i due terzi hanno una connessione a banda larga, mentre nel 2001 la percentuale era praticamente uguale a zero. Nel settore della sanità il 57% dei medici invia o riceve per via telematica i dati dei pazienti (il 17% nel 2002) e il 46% riceve i risultati degli esami di laboratorio in formato elettronico (l´11% nel 2002).

Un altro dato sorprendente è quello che riguarda il settore della ricerca dove, in tre paesi europei, i risultati raggiungono livelli superiori rispetto agli Stati Uniti. Valori superiori a quelli americani anche per quanto riguarda la diffusione della banda larga in ben otto paesi europei.

Le note dolenti della relazione vedono pochi casi isolati, per cui sono pronti, tra l’altro, interventi di sussidio oltre che progetti di incoraggiamento all’utilizzo delle nuove tecnologie e di Internet.

Si tratta ad esempio del valore medio del 40% di cittadini europei che non usano mai Internet con picchi del 69% in Romania, del 65% in Bulgaria e del 62% in Grecia. C’è poi la percentuale che riguarda il numero di servizi pubblici di base per le imprese integralmente disponibili in rete che in paesi come la Bulgaria o la Polonia non superano il 25%.

La relazione della Commissione è disponibile all’indirizzo http://ec.europa.eu.