«Abbiamo rilevato che molte agenzie governative costruiscono il proprio sito Web in modo da prevenire che i motori di ricerca possano includere le loro informazioni tra i risultati della ricerca, spesso involontariamente».
Con queste parole si è espresso ieri John Needham di Google, difronte alla Commissione del Senato sulla Sicurezza Interna e gli Affari Governativi.
In particolare, negli Stati Uniti, circa 2000 siti governativi non sono rintracciabili attraverso motori di ricerca come Google, Yahoo e MSN.
Secondo Needham, la principale barriera che alcuni portali pongono senza esserne consapevoli riguarda la struttura dei form che gli utenti devono compilare per effettuare una ricerca interna: spesso sono richiesti troppi campi da compilare, con troppe informazioni inutili.
Altre barriere riguardano, inoltre, i link inaccessibili e quelli che non esistono più.
Si tratta questo di un danno per i cittadini, ha aggiunto ancora il portavoce di Google, in quanto se non troveranno le informazioni che desiderano tramite i motori di ricerca, rischieranno di non conoscere i servizi che le diverse agenzie offrono.
Dello stesso parere il vice direttore del Center for Democracy and Technology, Ari Schwartz: «le agenzie governative devono riconoscere che i contribuenti non troveranno le informazioni che desiderano a meno che queste non possano essere rintracciate tramite un motore di ricerca commerciale».