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Assicurazioni: nuove regole sui premi

di Teresa Barone

Pubblicato 28 Marzo 2018
Aggiornato 17:42

Agenti assicurativi: un nuovo decreto vieta l'incasso diretto dei premi e impone forti sanzioni per chi non si adegua.

Sottolineare l’incostituzionalità dei contenuti del Decreto Legge che impone agli agenti assicurativi la rimessa diretta dei premi alle grandi compagnie: questo è l’obiettivo del SNA (Sindacato Nazionale Agenti di assicurazione) espresso attraverso una lettera indirizzata alle Cariche più alte dello Stato, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni.

La missiva rappresenta un passo in avanti nell’ambito della mobilitazione che si propone di ratificare lo schema di DL approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 8 febbraio, testo che vieta agli agenti e subagenti assicurativi di incassare i premi dagli assicurati versandoli sul proprio conto corrente separato, normativa prevista dal Codice delle Assicurazioni.

Lo stesso Decreto, inoltre, stabilisce i limiti delle sanzioni pecuniarie a carico degli agenti introducendo cifre ritenute dal sindacato “sproporzionate ed inarrivabili” per tutti gli aderenti alla categoria, evitando di prevedere criteri graduali e allineati ai criteri di proporzionalità indicati dalla IDD (Direttiva Europea sulla Distribuzione) in vigore dal prossimo ottobre.

Il Sindacato, inoltre, mette in evidenza come le disposizioni non siano state oggetto di confronto con le categorie interessate e come potrebbero avere effetti devastanti sul mondo della intermediazione assicurativa, ai danni di oltre 20mila agenti assicurativi, 30mila dipendenti degli agenti, 200mila subagenti e produttori.

Abbiamo invitato la più alta carica dello Stato a non sottoscrivere e quindi a non ratificare lo schema di Decreto Legislativo, re-inviandolo al Governo per le necessarie modifiche – afferma il Presidente Nazionale SNA Claudio Demozzi – chiedendo inoltre contestualmente tempestiva audizione al Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni. La nostra azione non si ferma e non si fermerà fino alla sostanziale modifica di queste norme che rischiano di decretare la morte di duecentomila professionisti e la fine del modello distributivo plurimandatario, voluto ed incentivato dalla normativa europea ma da sempre ostacolato in Italia dai soliti poteri forti.