L’effetto Goldman non fa crollare i mercati

di Barbara Weisz

19 Aprile 2010 14:30

I titoli finanziari sono deboli, i listini anche, ma non c'è nessun crollo dopo che la Sec ha aperto contro Goldman Sachs un'inchiesta civile da un miliardo di dollari per frode. Gran Bretagna e Germania chiedono ulteriori indagini

Le borse di tutto il mondo risentono dell’effetto Goldman, ma senza cedere al panico. In vista, non sembra esserci nulla di simile a quanto successo un anno e mezzo fa quando il fallimento di Lehman Brothers diede il via alla crisi peggiore dal ’29.

L’indagine che la Sec, l’autorità di controllo del mercato americano, ha aperto nei confronti della prima banca d’affari del paese per frode per la vendita di prodotti di debito legati ai mutui subprime venerdì ha provocato un tracollo delle quotazioni della banca a Wall Street, sotto del 13%.

Anche il listino ha perso terreno, ma limitando i danni a una flessione intorno all’1%. Le piazze asiatiche oggi hanno a loro volta accusato il colpo, ma le perdite non sono state eccessive (Tokyo -1,74%). L’Europa anche viaggia in negativo, ma c’è da considerare che sui listini oltre al nuovo scandalo americano pesano altri fattori importanti, a partire dallo stop nei cieli (i titoli delle compagnie sono in forte ribasso).

Ad essere particolarmente sotto pressione è il settore finanziario. In Piazza Affari, con pochissime eccezioni, le azioni degli istituti di credito sono in ribasso, così come nel resto d’Europa. Ma anche qui, niente crolli. Gli occhi erano tutti puntati sull’apertura di Wall Street, poco mossa in avvio.

Intanto, ci si chiede quali potranno essere le conseguenze della situazione. La Sec ha aperto un’inchiesta, civile, da un miliardo di dollari. Goldman, in termini molto semplici, è accusato di aver scommesso contro i suoi stessi clienti, da una parte investendo i loro soldi nei titoli immobiliari, dall’altra creando strumenti finanziari che puntavano sul crollo dello stesso mercato immobiliare. Nel mirino, un particolare strumento, chiamato Abacus 2007-AC1, un cdo (collateralized debt obligation), che agli investitori è costato circa un miliardo di dollari. Il cdo è stato realizzato per conto di un hedge fund, Paulson & Co, i cui legami con la banca d’affari nell’ambito di questa operazione non sono stati correttamente comunicati al mercato. In generale, l’accusa è quella di aver nascosto informazioni vitali sul cdo in questione.

Il problema, adesso, è capire cosa potrà succedere nel breve e nel lungo periodo. Ci sono le iniziative del governo inglese e di quello tedesco. Il premier britannico Gordon Brown ha chiesto alle sue autorità di vigilanza un’indagine speciale sulle attività di Goldman in Gran Bretagna.

E il portavoce del cancelliere Angela Merkel ha fatto altrettanto. Entrambi i governi in questione l’anno scorso hanno iniettato liquidità nel capitale di banche (Royal Bank of Scotland in Uk, Ikb in Germania) coinvolte in operazioni di Goldman Sachs legate ad Abacus. Analoghe richieste potrebbero arrivare dalla Francia. Intanto negli States Robert Khuzami, l’ex magistrato chiamato alla Sec l’anno scorso dal numero uno Mary Shapiro, sta analizzando altre operazioni. L’indagine potrebbe allargarsi anche ad altre banche d’affari. E diversi investitori si stanno rivolgendo agli avvocati per capire se e come poter procedere per chiedere risarcimenti.

Intanto Goldman si difende, definisce le operazioni contestate «interamente appropriate», e dichiara l’intenzione di «contestare vigorosamente» le accuse. La banca ha anche spiegato che, sulle transazioni legate ad Abacus, ha perso 90 milioni di dollari e ha comunque aggiunto che i sui clienti erano investitori professionali, con tutta l’esperienza necessaria per destreggiarsi con complessi strumenti derivati. Fra l’altro, domani la banca presenta il bilancio 2009, in cui pare ci siano almeno 4 miliardi di bonus. 

Certo è che l’inchiesta apre un capitolo inedito nella storia finanziaria americana e mondiale, mettendo sotto accusa strumenti finanziari creati da banche d’affari. Oggi il New York Times titola sull’ipotesi che nella vicenda siano coinvolti anche i massimi vertici della stessa Goldman, compreso l’ad Lloyd C. Blankfein. Il Wall Street Journal dice che la Sec sta indagando anche su altri casi, anche se c’è un editoriale che definisce deboli le accuse dell’inchiesta.