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Commercialisti in sciopero: le richieste al Governo

di Anna Fabi

Pubblicato 10 Agosto 2020
Aggiornato 26 Gennaio 2021 11:36

Confermato lo sciopero a settembre di commercialisti ed esperti contabili: il comunicato con motivazioni e richieste avanzate al Governo.

Arriva la conferma ufficiale dello sciopero di categoria proclamato dalle associazioni dei dottori commercialisti ed esperti contabili. Un’agitazione a cui aderiranno 9 sigle di categoria: ADC – AIDC – ANC – ANDOC – FIDDOC – UNAGRACO – UNGDCEC – UNICO – SIC.

È prevista a settembre l’astensione per otto giorni, legata alla presentazione delle liquidazioni periodiche IVA e alla presenza in udienza presso le commissioni tributarie provinciali e regionali. Lo sciopero avrà ambito nazionale, decorrendo dalle ore 24:00 del giorno 14 settembre alle ore 24:00 del giorno 22 settembre.

Dietro la protesta si celano le motivazioni legate alla mancata proroga dei versamenti e, come si apprende dalla nota, alle reiterate lesioni delle prerogative professionali degli iscritti all’Ordine che hanno danneggiato l’attività svolta dai professionisti a favore dei contribuenti e del tessuto imprenditoriale del Paese.

La goccia che ha di fatto scendere in campo la professione giuridico/contabile – si legge nel comunicato – è il pervicace ed immotivato rifiuto ad accogliere l’istanza di proroga al 30 settembre 2020 dei versamenti derivanti dall’autoliquidazione dei modelli dichiarativi.

Per quanto riguarda le richieste formulate dalla categoria, i professionisti chiedono dunque:

  • proroga al 30/09/2020, senza alcun onere aggiuntivo, del termine di scadenza del versamento dei saldi e degli acconti dovuti a seguito di autoliquidazione dei modelli dichiarativi;
  • sistematica e formale consultazione preventiva della categoria dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e delle scriventi Sigle sindacali nell’iter di formulazione delle norme e procedure nelle materie di competenza della categoria professionale, nonché degli adempimenti connessi;
  • semplificazione e riduzione degli adempimenti tributari, con riformulazione del calendario fiscale;
  • osservanza dello Statuto del Contribuente, la cui costante disapplicazione viola gravemente i diritti dei cittadini;
  • contributo a fondo perduto ed ogni incentivo, bando o agevolazione emanata per le imprese.