Il manager che risolve la crisi

di Chiara Basciano

24 Febbraio 2015 13:00

Una figura importante: il crisis manager, il Mr. Wolf aziendale

Gestire le crisi aziendali richiede specifiche capacità che devono essere sviluppate da una figura professionale che si occupi esclusivamente di questo. Il crisis manager ha buone possibilità di impiego e una retribuzione generalmente elevata, ma non conosce orari e deve assicurare massima flessibilità.

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Giungere a diventare un crisis manager non è possibile con un corso professionalizzante, ma ha a che fare più che altro con le proprie capacità personali. Infatti oltre ad avere nozioni di management o di comunicazione deve saper prendere in mano la situazione e gestirla con polso fermo. Inoltre il crisis manager ideale deve saper gestire una squadra, per questo necessità di capacità relazionali e comunicative.

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Il suo lavoro si articola in due fasi, quella di preparazione e quella pratica, entrambe molto delicate. La preparazione infatti consiste nel valutare ogni possibile rischio e nel pensare a più strategie da attuare, collezionando informazioni ed istruendo il personale. Nella seconda fase deve essere capace di scegliere la strategia migliore tra quelle che sono state preparate, deve saper gestire la comunicazione interna, dando le giuste istruzioni al personale, come un sapiente regista, ma anche quella esterna, coi media e i partner.

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Inoltre c’è una non meno importante fase finale che è quella di analisi finale, in cui si cerca di capire cosa è accaduto, per quale ragione e se sono state fatte le scelte migliori, eventualmente rimettendo mano ai piani di emergenza e limandone gli errori. La carriera per un crisis manager potrebbe dare molte soddisfazioni, dipende tutto dalla sfide che si incontrano durante il lavoro e dalla capacità di dimostrare quello che si sa fare.