Content Marketing: l’AI soppianterà i copywriter?

di Laura Caracciolo

12 Dicembre 2023 10:06

L’applicazione dell'AI al content marketing metterà a rischio i copywriter umani? La situazione è più complessa di quel che sembra: analizziamola insieme.

Soprattutto negli ultimi mesi, grazie all’avvento di ChatGPT, la popolarità dei contenuti creati con l’AI è cresciuta esponenzialmente. Chi utilizza il content marketing per promuovere il proprio business, sempre più frequentemente, si domanda quali siano le differenze tra un contenuto generato con l’Intelligenza Artificiale e un contenuto creato da un copywriter umano.

Questa domanda ha assunto un ruolo fondamentale anche perché, ad oggi, i contenuti creati con l’AI generativa hanno raggiunto la Google Search. I copywriter in carne ed ossa sono dunque destinati a sparire, soppiantati dalle macchine?

La risposta a questa domanda è negativa, e oggi capiremo insieme perché. Dobbiamo però partire da un dato di fatto: all’interno della Google Search, hanno trovato recentemente posto anche i contenuti creati con l’AI.

Questo dettaglio non deve comunque stupirci. Google utilizza come fattore di ranking la qualità di un contenuto. Se questo, pur creato con l’intelligenza artificiale, viene classificato come valido, non c’è alcun motivo per cui il contenuto non debba trovar posto nella ricerca.

I contenuti, indipendentemente dal loro creatore, devono essere pensati per l’utente finale. Il copywriter, AI o umano che sia, deve crearli per soddisfare le sue curiosità, le sue esigenze, i suoi bisogni.

C’è però da considerare un fattore fondamentale: anche se ChatGPT e qualsiasi altro tool in grado di creare testi possono generare contenuti, per un content marketing efficace sarà sempre necessario l’intervento umano.

Un copywriter è dotato di creatività, competenze e armi persuasive. Tutte qualità che difficilmente, almeno fino ad ora, possono essere riscontrate in un testo generato dall’AI.

I limiti del content marketing basato sull’AI

Basare l’intero piano di content marketing e la propria strategia pubblicitaria solamente su contenuti generati dall’Intelligenza Artificiale, quindi, può portare ad uno scottante fallimento.

Il primo, importantissimo limite che rende il lavoro creativo dell’Intelligenza Artificiale di qualità inferiore è legato alla ricerca. Mentre un copywriter professionista è in grado di recuperare informazioni rilevanti selezionando le fonti migliori, l’AI trarrà le proprie informazioni da un database enorme o dal web, senza discriminare quelle autorevoli.

Potrebbe dunque incorrere in errori e causare disinformazione. Infatti, l’AI non è in grado di distinguere un’informazione errata da una corretta. E il cosiddetto fact check è fondamentale per la creazione di contenuti di alta qualità.

Altro aspetto che rende il copywriter indispensabile per il content marketing di alto livello è la capacità, tutta umana, di creare contenuti con il proprio stile. Un testo persuasivo deve anche essere creativo, invogliare il fruitore a continuare la lettura, indirizzarlo a compiere l’azione desiderata dall’azienda. Al contrario, spesso i testi generati dall’AI sono piatti e privi di ogni coloritura emotiva.

Da ricordare, inoltre, che Google e gli altri motori di ricerca generalmente premiano contenuti unici. Mentre un copywriter esperto, di solito, è in grado di creare un contenuto originale, l’Intelligenza Artificiale si limita solamente a rielaborare e riproporre materiale scritto da altri autori.

L’AI come valido supporto al content marketing

In ogni caso, l’Intelligenza Artificiale rappresenta comunque un valido strumento per supportare le attività di content marketing. Copywriter, ma anche Social Media Manager ed altre figure che operano nel campo della promozione di brand e asitottività economiche possono sfruttare strumenti come ChatGPT per attività di supporto.

Solo per fare qualche esempio di attività che possono essere portate a termine con successo dall’Intelligenza Artificiale, è possibile sfruttarla per creare bozze, sottotitoli e schemi di partenza per la stesura di contenuti efficaci.

Molti professionisti chiedono aiuto all’AI per la creazione di meta description e tag title. In alcuni casi, poi, è possibile sfruttare questi tool per aggiornare contenuti preesistenti e già pubblicati.

L’intelligenza artificiale, infine, può essere utilizzata per correggere e migliorare un testo, anche a livello SEO.

L’AI deve dunque essere intesa per ciò che realmente è: un supporto e non un sostituto al lavoro di professionisti in carne ed ossa.


di Laura Caracciolo, Social media manager, AU di Emera