Spam nei social network, un danno ai brand

di Carlo Lavalle

Pubblicato 7 Ottobre 2013
Aggiornato 12 Febbraio 2018 19:33

Lo spam sui social network è in forte aumento e rappresenta un vettore sempre più sfruttato per gli attacchi della cybercriminalità . I dati presentati da Nexgate, società  che fornisce tecnologia per la protezione su Internet, sono preoccupanti. Secondo l’indagine “State of Social Media Spam Report” dall’inizio dell’anno lo spam è cresciuto del 355%, confermando che si tratta di un serio problema non solo per gli utenti ma anche per le aziende.

Il marketing sui social network rappresenta infatti un aspetto ormai centrale della strategia aziendale. Si tratta di un mercato in grande sviluppo, dato che la pubblicità  dei social media si prevede raggiunga 7 miliardi di dollari nel 2013. Mentre il denaro dei principali brand fluisce sui social network i malintenzionati seguono questo trend con lo spamming Facebook che da solo è in grado di generare 200 milioni di dollari di introiti. Gli spammer si sono adattati all’evoluzione tecnologica, sfruttando sms, email e social media, in modo raggiungere più utenti per i loro obiettivi. Il team di analisti di Nexgate ha esaminato tra il 2011 e il 2013 65 milioni di contenuti di 25 milioni di diversi account di social media, compresi Facebook, Google+, Twitter, Youtube e LinkedIn. I dati raccolti comprendono ogni forma di comunicazione, dai post e commenti ai tweet e retweet. Dal rapporto emerge che Facebook e Youtube contengono il più alto numero di spam rispetto agli altri social network in un rapporto 100 a 1. Un messaggio su 21 delle principali piattaforme esaminate comprende quello che Nexgate considera un contenuto rischioso, come linguaggio per adulti, espressioni violente o dati privati. Ancora più grave è che uno su 200 tra i messaggi analizzati include spam che può rivelarsi in realtà  un malware. Il 15% di tutto lo spam dei social network contiene un URL che punta a una fonte potenzialmente pericolosa, pornografia o virus. Il rapporto mette anche in evidenza l’ascesa di nuovi metodi per la proliferazione di spam veicolato dalle app, dal like-jacking, falsi account e programmi bot.

Per maggiori informazioni consulta lo “State of Social Media Spam Report”