A distanza di pochi giorni dal verdetto di condanna UE nei confronti di tre dirigenti di Google coinvolti nel caso Vividown – per non aver censurato il noto video del ragazzo autistico schernito dai compagni e passato su Google Video nel 2006 – continuano a levarsi voci di protesta, accanto alle motivazioni Google.
Dopo il disappunto dimostrato da Reporter Sans Frontiere, anche Assintel dichiara il pieno appoggio a Google e lancia una proposta: aprire un Tavolo di lavoro per elaborare un codice innovativo e liberale di diritto della rete.
Il rischio è di mettere in pericolo la libertà di espressione sul Web, ponendovi eccessivi limiti derivanti da una politica e una normativa ancora lontane dalle logiche dell’Internet Society.
Per Assintel, la limitazione che si traduce in un controllo sui fornitori di servizi e tecnologie ICT, mediante obblighi coercitivi o di controllo preventivo, che stronca il principio di libertà del Web.
Quello che si chiede, in sostanza, è di considerare Internet per quello che è: una piattaforma neutra dove gli utenti possono in piena libertà, e responsabilità, esprimere i propri pensieri e opinioni. Ovviamente senza ledere il rispetto di alcuno, pena eventuali sanzioni così come previsto dalle norme che già esistono.
Per Assintel non può dunque essere colpevolizzata la piattaforma, prevedendo un controllo a monte dell’informazione e vincolando gli operatori tecnologici a controllare i contenuti pubblicati dagli utenti e quindi censurandoli.
Intanto, sempre in tema Antitrust, Google ribadisce ancora una volta che, relativamente ai risultati delle interrogazioni sul suo motore di ricerca, la società non sceglie alcun risultato manualmente ma classifica i risultati di ricerca mediante criteri di ranking che prevedono complessi algoritmi basati su centinaia di elementi diversi.