Concordato preventivo e accertamento: le nuove regole fiscali

di Anna Fabi

Pubblicato 3 Novembre 2023
Aggiornato 14 Novembre 2023 09:20

Approvati in CdM il concordato preventivo biennale e la riforma dell'accertamento tributario previsti dalla delega fiscale: guida alle novità.

Approvato in Consiglio dei Ministri il decreto legislativo attuativo del concordato preventivo biennale  (CPB) nell’ambito della riforma fiscale. Nello stesso provvedimento, si attuano anche le nuove disposizioni nell’ambito dell’accertamento tributario.

Si tratta del quinto provvedimento attuativo della legge delega approvato dal Governo. Deve ora andare in Parlamento per i previsti pareri, per poi tornare in CdM per approvazione definitiva.

Come funziona il concordato biennale e chi può accedervi

Come ha spiegato la premier Giorgia Meloni, è sostanzialmente «un accordo con lo Stato», sulla base di una proposta avanzata dall’Agenzia delle Entrate esclusivamente alle piccole Partite IVA che applicano gli ISA ed anche i contribuenti in regime forfettario, valevole per i successivi due anni fiscali.

Nello specifico, possono accedere i contribuenti di minori dimensioni, titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo, residenti nel territorio dello Stato.

Bisogna però vantare un indice di affidabilità fiscale elevato (voto 8), non presentare debiti con il Fisco superiori a 5mila euro, avere regolarmente presentato le ultime tre dichiarazioni dei redditi.

«E’ uno strumento che aumenta la collaborazione con il Fisco, e rappresenta la fiducia dello Stato verso i contribuenti, che vengono liberati dai controlli per i successivi due anni», sintetizza la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Proposta volontaria ma irreversibile

Il contribuente può decidere se aderire o meno: nel caso, si impegna a dichiarare nei due anni successivi l’importo concordato in base alla proposta del Fisco. Eventuali redditi superiori a quelli concordati saranno irrilevanti ai fini fiscali. E’ però vero anche il contrario: se il reddito è inferiore dovrà comunque pagare quanto concordato.

Trascorso il primo biennio di concordato, il Fisco può formulare una nuova proposta, alla quale il contribuente può decidere se aderire o meno.

Pro e contro del concordato preventivo

Vantaggi

  • Il vantaggio è che non scattano controlli fiscali su chi aderisce a questa formula.
  •  I soggetti che adottato il regime concordatario potranno anche godere di proroghe per i versamenti del 30 giugno in acconto e saldo.
  • Con la possibilità di pagare meno tasse nel caso in cui alla fine il fatturato cresca rispetto alle stime.

Svantaggi

  • L’adesione allo strumento è irreversibile: non si può aderire e poi uscire dal concordato nel caso in cui fiscalmente non risultati più conveniente. Il rischio è infatti quello che alla si paghino più tasse se i ricavi scendono.
  • Anche se il livello di imposizione è prefissato, il contribuente deve comunque dichiarare il reddito effettivo.
  • i contribuenti sono comunque tenuti agli obblighi contabili e dichiarativi e alla presentazione dei modelli ISA oppure agli obblighi previsti per i soggetti che aderiscono al regime forfettario.
  • Il concordato non riguarda l’IVA, che si paga normalmente.

Accertamento tributario con Intelligenza Artificiale

Ci sono poi altre misure fra quelle approvate il 3 novembre in Consiglio dei Ministri nell’ambito della riforma fiscale. Lo stesso decreto attuativo del concordato biennale prevede novità in materia di accertamento tributario.

Riguardano in particolare il rafforzamento dell’interoperabilità delle banche dati per i controlli fiscali, in base alle quali vengono regolamentate forme di utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per l’analisi del rischio evasione, nel rispetto delle normative sulla privacy.

Vengono inoltre ridisegnate le modalità della pretese tributarie, con la possibilità di acquiescenza da parte del contribuente in 30 giorni e di riduzione di un sesto della sanzione.

Come cambia il procedimento accertativo

Lo schema di provvedimento da comunicare al contribuente per il contraddittorio preventivo dovrà contenere l’invito alla definizione del “procedimento con adesione”. Si abroga quindi la disciplina dell’invito obbligatorio a comparire per l’avvio del procedimento.

Si istituisce anche una nuova disciplina degli atti di recupero crediti: un unico procedimento per qualunque tipo di credito permetterà di definire in via agevolata le sanzioni, con un unico periodo di decadenza (otto anni dall’utilizzo indebito) per la notifica. In assenza di specifiche disposizioni, le nuove regole valgono anche per il recupero di tasse, contributi e cessioni.

Invio atti via PEC

Atti, provvedimenti, avvisi e comunicazioni (compresi quelli con notifica) potranno essere inviati per posta elettronica certificata. La nuova disciplina del domicilio digitale si estende a cartelle di pagamento, atti e comunicazioni dell’agente della riscossione.