Successione e testamento: regole fiscali e di eredità

di Anna Fabi

29 Aprile 2024 19:24

Guida alle regole di eredità, successione e testamento: chi sono gli eredi, come vengono divisi proprietà e bonus fiscali e cosa succede in caso di debiti.

Per legge, il patrimonio si trasferisce dal defunto ai successori con successione legittima o testamentaria. La divisione dei beni tra gli eredi segue dunque regole precise, disciplinate e regolamentate in ogni possibile casistica.

Vediamo secondo la normativa italiana cosa accade in un caso abbastanza comune, la successione senza figli: come si stabilisce a chi va l’eredità.

Eredità: regole di successione

In Italia la successione ereditaria ha delle regole abbastanza rigide e lascia poco spazio al volere testamentario, che non deve mai andare a ledere quelle che la legge ha stabilito come “quote legittime” , ossia la cosiddetta successione legittima, che secondo al legge italiana prevede come legittimi eredi i figli, in egual misura, insieme al coniuge.

Viene lasciata la possibilità di redigere un proprio testamento in cui si può però disporre che alcuni beni vengano trasferiti ad altri famigliari e/o amici o dati in beneficenza, sempre nel rispetto della legittima.

Eredità senza testamento

Gli eredi di una successione senza testamento sono i familiari, primi fra tutti i figli e il coniuge o il partner di una unione civile. Qualora non si abbiano figli si segue la successione legittima. In assenza di figli, qualora si decida di redigere un testamento, bisognerà rispettare i diritti degli eredi legittimari:

  • se ad essere superstiti sono solo i genitori del defunto, ad essi deve essere destinato almeno 1/3 del patrimonio;
  • se a sopravvivere al defunto è solo il suo coniuge, il testamento deve destinargli almeno la metà del patrimonio;
  • se sono superstiti sia il coniuge che i genitori del defunto, il testamento deve destinare almeno 1/4 del patrimonio agli ascendenti e la metà dello stesso al consorte.

Eredità senza figli

Se il defunto non lascia figli senza testamento, la legge stabilisce che l’eredità vada:

  • interamente al coniuge superstite, in assenza di altri parenti prossimi come genitori o fratelli/sorelle;
  • 2/3 all’altro coniuge e 1/3 ai fratelli e le sorelle se presenti, che tra loro avranno quote divise in parti uguali;
  • interamente a fratelli/sorelle, se non ci sono altri parenti prossimi superstiti.

=> Niente sanzioni fiscali per gli eredi

Sono eredi legittimi anche i nipoti in qualità di discendenti, in virtù del diritto di rappresentazione, nel caso in cui i propri ascendenti non possano (ad esempio perché deceduti) o non vogliano accettare l’eredità. Le quote spettanti ai nipoti sono quelle che sarebbero spettate ai loro ascendenti.

Facciamo un esempio: se il deceduto non ha più il coniuge e i due figli, ma lascia tre nipoti, dei quali due avuti dal figlio e una dalla figlia, i due nipoti dovranno spartirsi il 50% dell’eredità (25% ciascuno), mentre alla nipote andrà per intero il 50% dell’eredità.

Successione di azienda

Più complesso il caso della successione d’azienda: nel caso di impresa individuale, questa non comporta anche l’eredità della qualifica automatica di imprenditore.

Se gli eredi decidono di proseguire l’attività, devono costituirsi in società di fatto, da regolarizzarsi entro un anno in società di persone o capitali. In caso di acquisizione dell’azienda per causa di morte, inoltre, il passaggio avviene in neutralità fiscale. 

Eredità di bonus fiscali

Con il servizio telematico Successione web è inoltre possibile inviare la dichiarazione di successione online dall’area riservata dell’Agenzia delle Entrate.

Dopo aver provveduto alla successione, l’erede che conserva un titolo di possesso o di utilizzo su un bene che dia diritto ad agevolazione fiscale, ne può fruire e ne porta indicazione anche in sede di dichiarazione dei redditi.

Tuttavia, la detrazione spetta all’erede che conserva la detenzione materiale e diretta dell’immobile. Se un bene ereditato è dato in affitto l’erede non può utilizzare le quote residue della detrazione non potendo disporre dell’immobile. Se invece ci sono più eredi, se uno di essi abita l’immobile, la detrazione spetta per intero a quest’ultimo.

In caso di donazione ad un figlio mantenendo per sé la detrazione  scelta specificata all’atto della donazione), in caso di premorienza, il figlio eredita la detrazione solo se può disporre dell’immobile (“detenzione materiale e diretta del bene”.

=> Successione in dichiarazione dei redditi

Eredità di contributi previdenziali

Di contro, non si può fruire della deducibilità dei contributi previdenziali versati dagli eredi, sopratutto se sulla base di accertamento, non essendo avvenuto volontariamente ma a seguito di adesione all’atto di recupero coattivo. In ogni caso, la deduzione IRPEF non è applicabile.

Debiti, eredità e successione

Un istituto attivabile, quando non si temono potenziali pendenze in capo al defunto, è l’accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario (articolo 484 del Codice civile), che consente di liquidare i creditori rivalendosi sui beni trasmessi, senza toccare i beni degli eredi. Con l’accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario è possibile separare patrimonio del defunto e dell’erede, il quale non potrà essere tenuto a pagare i debiti del defunto oltre quanto abbia ricevuto per effetto della successione.

Se ci sono beni ereditati su cui è possibile rivalersi, un creditore può utilizzarli se tali beni fanno parte dell’eredità del defunto in capo al quale risultavano debiti. Dal punto di vista fiscale e penale, invece, non è in modo prevista la possibilità di rivalersi sugli eredi.

La sanzione fiscale in capo al defunto non è infatti trasmissibile agli eredi, come previsto dall’articolo 7 della legge 689/1981, in base al quale:

l’obbligazione di pagare la somma dovuta per la violazione non si trasmette agli eredi.

Questo vale sia per le sanzioni amministrative sia per quelle penali. In caso di abuso edilizio, ad esempio, la sanzione non si trasmette agli eredi ma le spese di demolizione per sanare l’abuso restano in capo a loro, salvo rinuncia all’eredità.

NB. In caso di rinuncia di eredità, al soggetto che rinuncia subentrano i figli o gli altri discendenti, in base all’articolo 467 del Codice Civile.

Dichiarazione di successione online

La Dichiarazione di successione online, anche tramite compilazione assistita, permette oggi di trasmettere tutti i documenti via web all’Agenzia delle Entrate, direttamente dal suo sito, con la funzione “Consegna documenti e istanze”. Con la compilazione online del modello di Dichiarazione di successione si ottiene la verifica in tempo reale sui dati inseriti e sulle informazioni in Catasto degli immobili ereditati.

Nella compilazione assistita sono proposti gli immobili in un elenco collegato alle informazioni in Catasto. Nei casi in cui è previsto il versamento di tasse, viene anche precompilato l’importo pagato a titolo di imposta ipotecaria e catastale.

Funzionalità web

  • Dichiarazione precompilata con richiesta di voltura catastale degli immobili
  • Calcolo versamenti in autoliquidazione  per imposte ipotecaria, catastale, di bollo, tassa ipotecaria e tributi speciali.
  • Attestazione avvenuta dichiarazione in formato elettronico per lo sblocco dei conti.
  • segnalazione errori per evitare lo scarto della pratica.
  • visualizzazione e stampa ricevute in copia semplice e l’Attestazione di avvenuta presentazione della dichiarazione.

Successione precompilata e autoliquidazione dal 2025

Con la nuova riforma, dal 2025 la dichiarazione di successione diventa precompilata e va resa entro 12 mesi dall’apertura della pratica. Per chi si trova all’estero si dovrà compilare e trasmettere l’apposito modello, da inviare per raccomandata.

Alla documentazione allegata non si dovranno più aggiungere gli estratti catastali degli immobili interessati dalla successione.

Per il pagamento della tassa di successione (da pagarsi entro 90 giorni dalla dichiarazione) viene introdotto dal 2025 il principio di autoliquidazione  e si abolisce la tassa suppletiva. Significa che il contribuente calcola e paga il dovuto senza che il Fisco aggiunga poi una seconda imposta a conguaglio o integrazione.