Arriva in largo anticipo il decreto che fissa un tetto massimo agli stipendi dei manager pubblici, previsto nel decreto “Salva Italia? e inizialmente atteso alla scadenza dei novanta giorni successivi. Il Presidente del Consiglio Mario Monti ha invece presentato lo schema del provvedimento ai Presidenti di Camera e Senato, Renato Schifani e Gianfranco Fini.
Con questa normativa, viene fissato un limite massimo alle retribuzioni dei dirigenti pubblici e si individua un parametro di riferimento da utilizzare per stabilire l?ammontare dello stipendio di tutti i manager della Pubblica Amministrazione: il trattamento economico che spetta al Primo Presidente della Corte di Cassazione.
Le finalità del decreto e la necessità di anticiparne l?entrata in vigore sono stati illustrati dallo stesso Premier, il quale ha sottolineato l?urgenza di limitare le spese relative agli apparati amministrativi per risanare l?economia del paese.
«Il governo Monti è pienamente consapevole dell’importanza del contenimento dei costi degli apparati burocratici. Dal buon esito dell’operazione dipendono sia il successo dei programmi di risanamento dell’economia, sia quello degli stimoli alla crescita e competitività. Il contenimento dei costi della burocrazia contribuirà cosi a rafforzare il credito di fiducia che i Paesi dell’eurozona e gli investitori internazionali decideranno di accordare all’Italia nei mesi a venire.»
La nuova normativa, inoltre, stabilisce una variante per i dipendenti pubblici fuori ruolo o in aspettativa, i quali percepiranno un salario non superiore al 25% del trattamento economico fondamentale. Le risorse economiche risparmiate grazie all?attivazione del decreto, infine, serviranno a incrementare il fondo di ammortamento dei titoli di stato e, quindi, a ridurre il debito pubblico.
L?iter tradizionale prevede ora che lo schema presentato dal Premier venga sottoposto a giudizio di due commissioni competenti, rispettivamente interne al Senato e alla Camera. È tuttavia necessario precisare che il decreto prevede deroghe riservate alle posizioni apicali, infatti in questo caso gli stipendi dirigenziali saranno maggiorati del 10%.
Con il decreto si stabiliscono nuove norme anche per quanto concerne i “portaborse?, al fine di regolamentare finalmente le posizioni lavorative di collaboratori parlamentari: si introduce infatti l?obbligo di documentare le spese per la metà del loro importo massimo, quindi il rimborso non sarà più forfettario al 100% ma solo al 50%, mentre l?importo restante dovrà essere rendicontato anche attraverso un contratto di assunzione a tutti gli effetti.