Parlamento Europeo e Privacy: verso una nuova normativa

di Stefano Gorla

25 Luglio 2011 09:30

Il Web 2.0 e i social network hanno indotto il Parlamento Europeo a rispondere alle nuove sfide poste alla protezione dei dati personali con una risoluzione basata su un approccio globale.

In questo senso si mettono in rilievo le seguenti necessità:

1. Fare opera di sensibilizzazione e istruire, in modo particolare i minori, sull’uso ragionevole delle tecnologie. I cittadini devono essere consapevoli delle tracce digitali che lasciano e delle possibili conseguenze. Per esempio occorre comprendere che sul web esiste una regola aurea: nel momento in cui non si paga per quello che si vede sulla pagina virtuale, in realtà avviene uno scambio occulto di parti di identità personale.

Attraverso Flash e Javascript è possibile acquisire dal computer che sta visitando un sito commerciale (e non solo) i comportamenti dell’utente.

Addirittura con i “local shared object” (LSO), cioè i cookie di flash, che vengono sfruttati per effettuare ricerche di mercato tracciando gli utenti, sino alla recente versione di Flash Player 10.3.181.14 erano rimovibili solo attraverso una procedura complessa che obbligava a collegarsi ad un URL indicato da Adobe.

Attualmente è possibile mettere il puntatore del mouse su un contenuto Flash, cliccare con il tasto destro e selezionare Impostazioni globali/tab memorizzazione/elimina tutto, per accedere alla rimozione dei LSO.

2. Identificare i modi per aumentare la protezione dei dati senza ostacolare la funzionalità di Internet e senza imporre nuovi oneri burocratici e finanziari alle aziende. Una rete Internet sicura e in espansione rappresenta un vantaggio sia per le aziende che per i consumatori.

3. Identificare i modi per tutelare la privacy senza proteggere le attività criminali o creare nuove opportunità per commettere reati (Cybercrime).

La cosiddetta quadratura del cerchio per addivenire ad una nuova normativa deve trovare un equilibrio fra la libertà individuale (libertà di scelta e di autonomia privata), la necessità di mantenere la sicurezza interna ed esterna, il diritto all’autodeterminazione informativa e il diritto alla privacy.

E tale equilibrio deve fondarsi sull’idea che uno scambio di dati efficace e rapido è indispensabile per garantire la sicurezza a livello nazionale e mondiale. Tale scambio può consentire allo Stato di garantire tutti gli altri diritti fondamentali e adempiere a tutte le necessarie mansioni amministrative.