Ciclo di vita delle imprese: dalla creazione allo sviluppo

di Nicola Santangelo

Pubblicato 10 Gennaio 2012
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:36

Fare impresa è sicuramente l'esperienza più entusiasmante e al contempo rischiosa che si possa affrontare. Il processo di creazione è talvolta lungo e pieno di insidie. Non si può pensare di costituire una società  e arrivare immediatamente al successo. O almeno nella maggior parte dei casi non è così. La creazione d'impresa deve seguire una serie di momenti cui l'imprenditore dovrà  avvicinarsi con la dovuta prudenza ma anche con sfrontato ottimismo affinché il suo progetto imprenditoriale sia condotto verso la maturità .

La prima fase è quella in cui l'imprenditore studia la fattibilità  dell'impresa. In questo periodo le incertezze sugli sviluppi futuri dell'impresa sono talmente grandi da demoralizzare l'imprenditore che, in molti caso, abbandona il progetto. A gravare su tali incertezze è anche la carenza di risorse finanziarie proprie o la difficoltà  a reperire i fondi all'esterno. E' un periodo molto difficile perché questa fase è solitamente percepita dall'imprenditore come una continua uscita di capitale senza alcun ritorno economico.

L'imprenditore dovrà  essere in grado di collocare il proprio prodotto sul mercato. Si entra così nella seconda fase, quella di start-up, nella quale occorrerà  spendere le proprie forze per presentare il progetto al mercato. Questa fase è particolarmente difficile: i rischi sono alti, è ancora impossibile prevedere le reazioni del mercato, sono necessari numerosi investimenti da parte dell'imprenditore, le vendite sono piuttosto contenute e i costi sono sufficientemente alti. E' questa la fase in cui, solitamente, si fa ricorso al capitale di terzi.

Una volta creata la capacità  produttiva e delineati i propri canali commerciali, l'impresa entra nella fase di sviluppo nel quale il livello delle vendite arriva al massimo. Qui l'imprenditore si trova solitamente davanti ad un duplice impegno: da una parte deve restituire i capitali di terzi acquisiti nella fase precedente e dall'altra deve investire per sviluppare la distribuzione del prodotto e accrescere la propria capacità  produttiva.

A questo punto l'impresa è matura, ha già  occupato una buona fetta di mercato e può procedere a sostenere operazioni di finanza straordinaria come ad esempio la creazione di nuove aziende che facciano da supporto alla principale e la cessione o il conferimento di azienda.