Investimenti nelle PMI: Venture Capital in crescita

di Barbara Weisz

15 Luglio 2015 15:10

Aumentano gli investimenti Venture Capital nelle PMI italiane, protagoniste le start-up ICT e le app Web e Mobile: Osservatorio VeM - Aifi.

Il mercato italiano del Venture Capital è limitato in termini di volumi e operatori ma continua a crescere: nel 2014 le operazioni sono aumentate da 66 a 71 (+8%) rispetto al 2013, per investimenti passati da 68 a 83 milioni di euro. Sono i dati dell’Osservatorio Venture capital Monitor (VeM) in collaborazione con Aifi, che mostrano un trend in ascesa da diversi anni (nel giro di cinque anni l’industria del Venture Capital è più che triplicata).

=> Scarica il Rapporto sul Venture Capital in Italia

Operazioni

Il maggior numero di operazioni 2014 si è concentrato nell’ICT (in linea con il 2013) con una particolare concentrazione nei segmenti Web App e Mobile. Altri settori in crescita: terziario avanzato passato dal 6 al 21% del mercato, grande distribuzione (dal 2 al 6%) e tempo libero (dal 2 al 4%), affacciatosi sul mercato del private equity nel 2013. In calo, invece, industria a -6%, media e comunicazioni (dal 6 al 3%) e servizi finanziari (dal 5 al 3%). Si segnala l’assenza dei settori alimentare (almeno per il 2014 non c’è un effetto EXPO), costruzioni e cleantech(tecnologie pulite).

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In linea con l’andamento storico, il maggior numero di operazioni si concentra nelle start-up, con una quota di mercato del 79% (56 società), mentre le operazioni di seed (prima fase dell’impresa) rappresentano il restante 21% (15 società). La società target ha in media un giro d’affari superiore ai 2 milioni di euro (nel 2013 era intorno a 1,6 milioni), e circa dieci dipendenti. In generale gli investimenti si spostano verso PMI di maggiori dimensioni rispetto al passato. Queste le quote di mercato per classi di dipendenti:

  • sotto i 2: segmento assente nel 2014 (era al 13% nel 2013);
  • 2-5: 14% del mercato (era al 24% nel 2013);
  • 5-10: 29%, contro il 33% del 2013;
  • 10-30: 29%, contro il 23% 2013;
  • sopra i 30: 28%, contro il 6% del 2013.

Il Venture Capital conferma l’interesse per le iniziative imprenditoriali di natura privatistica, che sono l’89% del mercato (erano l’83% nel 2013), mentre gli spin off universitari sono il 10%, in leggera ripresa dal 9% 2013. Drastica diminuzione, infine, per il corporate spin-off, all’1%, dall’8% del 2013.

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Operatori

Gli investitori attivi in Italia sono 33 (esclusi i business angels), con un leggero incremento sul 2013 (+6%). Solo il 9% degli investimenti ha visto la partecipazione di investitori stranieri, «a testimonianza di un ancora limitato apporto di capitali esteri nel nostro Paese», si legge nel report. I sei principali attori hanno realizzato circa la metà delle operazioni. I due big del settore sono Digital Magics (9 operazioni) e LV Venture (6 operazioni), seguite da P101, United Ventures, Filas, Innogest. Fra gli altri, i maggiori investimenti sono stati effettuati da Club Italia Investimenti (13 operazioni), Italian Angels for Growth (7 operazioni), 56Cube, TIM Ventures. Un dato rilevante riguarda la diversificazione del rischio, con una robusta crescita delle operazioni in cordata (il 41%, contro il 25% del 2013).

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La distribuzione geografica: in testa la Lombardia, dove si concentra il 49% del mercato, che consolida parecchio la propria posizione (era al 26% nel 2013), seguita da Piemonte e Veneto, entrambe con una quota del 7%. In flessione le attività di Venture Capital nel Sud Italia, con 8 operazioni in meno rispetto al 2013, e nel Centro, la cui quota si assottiglia dal 17 al 14%.

Il Venture Capital italiano, commenta Innocenzo Cipolletta, presidente Aifi,

«sta assumendo gradualmente dimensioni sempre più rilevanti, anche se rimane non ancora sufficientemente sviluppato rispetto ad altri Paesi a noi significativamente comparabili», e appare dunque «strategico per il sistema paese» sviluppare questo segmento, che finanzia la traduzione in impresa di nuove idee, «permette di intraprendere i primi percorsi di sviluppo» e «genera percorsi innovativi in grado di irrorare tutto il sistema imprenditoriale».

Agevolazioni

Nella premessa al Rapporto si segnala come negli ultimi due anni un fattore importante di sviluppo sia stato rappresentato dal decreto Start Up del 2012, che ha iniziato a generare i suoi effetti sul mercato nel 2013. Si tratta del Decreto Crescita che introduce la Start up innovativa, con una serie di semplificazioni e vantaggi fiscali per l’azienda e anche per gli investitori. Si può aggiungere l’auspicio che l’introduzione delle PMI innovative, con l’Investment Compact (Dl 3/2015), possa rappresentare un ulteriore stimolo.

Segnaliamo infine che Aifi ha annunciato un’iniziativa in collaborazione con il Fondo Italiano d’investimento: la creazione di una piattaforma, un marketplace digitale entro fine 2015.