Il Crowdfunding è un sistema di finanziamento di tipo collaborativo che permette di sostenere persone e imprese start-up mediante sovvenzioni private per mezzo di siti Internet (piattaforme o portali), ricevendo talvolta in cambio una ricompensa.
Si parla di Equity Crowdfunding quando, tramite l’investimento online, si acquista un vero e proprio titolo di partecipazione in una società, ovvero quando la ricompensa è rappresentata dal complesso di diritti patrimoniali e amministrativi che ne derivano.
Perché funzioni, ha però bisogno di alcuni ingredienti fondamentali, a partire dall’utilizzo degli strumenti giusti e delle giuste competenze professionali, capaci di risolvere le esigenze finanziarie delle start-up early stage.
Equity Crowdfunding: cos’è
I modelli di Crowdfunding sono diversi, e tra questi uno dei più diffusi in Italia è quello equity based: l’Equity Crowdfunding permette di raccogliere finanziamenti tramite sottoscrizione di quote o azioni da persone fisiche oppure operatori professionali, con vincoli di importo massimo di investimento complessivo e individuale.
Sui portali di Crowdfunding possono investire soggetti con:
- valore del portafoglio di strumenti finanziari superiore a 250mila euro;
- si impegnano ad investire un importo minimo stabilito da campagna, con contratto scritto;
- effettuano l’investimento nell’ambito della prestazione del servizio di gestione di portafogli o di consulenza in materia di investimenti.
Il Regolamento in Italia
L’Equity Crowdfunding è regolati in Italia con una specifica normativa, il DL 179/2012, che ammette alle startup innovative e agli incubatori di startup innovative la possibilità di ricorrere a questo strumento.
La Consob disciplina lo strumento tramite regole di finanziamento standardizzate. Sono previsti requisiti per i gestori dei portali di Equity Crowdfunding e obblighi connessi all’attività (iscrizione in apposito registro, trasparenza sulle offerte, ecc.).
Con il recepimento del Regolamento UE, si concede l’allargamento agli investitori esteri. Lo prevede la legge 127/2022 in Gazzetta Ufficiale n. 199 del 26 agosto 2022, che concede delega al Governo per il recepimento delle direttive, con successivi decreti attuativi per disciplinare le responsabilità giuridiche legate al mercato finanziario.
Come funziona una campagna equity-based
Nella fase pre-campagna gli aspetti fondamentali da considerare sono volti alla lead generation, alla creazione di contenuti, il contatto con PR e giornali, la creazione di database per newsletter, la creazione della community, l’organizzazione di eventi di lancio.
Durante la campagna i follower della community dovranno essere convertiti in investitori diffondendo la comunicazione sui social network, inviando DEM, organizzando investor day. Finita la campagna è cruciale consolidare il rapporto con la community.
Tutte le informazioni relative all’azienda devono essere trasparenti: business plan, executive summary, perizie, brevetti, riconoscimenti, eventuali precedenti valutazioni provenienti da due diligence, la delibera di aumento di capitale e così via.
Comunicazione
Tra i canali di comunicazione da sfruttare ci sono sicuramente i social network ma non sono da trascurare i canali tradizionali del mondo digitale quali email, sito web e blog.
Una campagna di comunicazione digitale deve passare per la newsletter, dalla creazione del form di submission alla profilatura dei contatti e l’invio di email. Utile poi riuscire a far parlare influencer e giornalisti nel settore di riferimento.
Altri strumenti sono lo storytelling e la creazione di video, per raccontare la propria azienda e la propria idea in modo efficace e coinvolgente, ma anche avere un sito web, un blog ed una landing page dedicata a comunicare un messaggio particolare, come quello del lancio della campagna, racchiudendo elementi fondamentali come form per newsletter e bottoni di condivisione sui social network.
Investimento: come funziona
L’utilizzo della syndacation (investimento in cordata) tra i suoi vantaggi presenta:
- la possibilità per gli investitori che partecipano tramite equity crowdfunding di seguire un lead investor, tipicamente un investitore qualificato (piccola holding di partecipazioni o super-angel) che si fa promotore dell’iniziativa e investe più degli altri;
- gli investitori restano titolari del proprio investimento (a differenza di costituire un SPV (Special Purpose Vehicle, ovvero una società veicolo) e possono uscire dal syndicate quando lo ritengono opportuno;
- il lead investor si fa carico della gestione dell’investimento (partecipare ad assemblee, Consigli di amministrazione, e quant’altro) a nome di tutti i partecipanti del syndicate, ed esponendo le esigenze della minoranza;
- il lead investor riceve nessuna commissione per la gestione della società, ma realizzerà un carry (ovvero la percentuale che il syndicate trattiene sul ritorno dell’investimento, solitamente il 20%) in caso di liquidity event (ovvero quando si manifesta un evento che permette di liquidare la propria partecipazione, tipicamente la cessione o la quotazione in Borsa);
- la start-up dialoga con un solo interlocutore, accelerando cosi la vita della società.
Strumenti Finanziari Partecipativi
Gli Strumenti Finanziari Partecipativi (SFP), ancora sconosciuti ai professionisti (commercialisti, avvocati, notai) ai quali spesso gli imprenditori si rivolgono, rappresentano per le startup un nuovo ed efficiente strumento finanziario per la raccolta di capitali. Gli SFP consentono alle startup di:
- raccogliere capitali senza dover deliberare un aumento di capitale, con evidente risparmio di tempo e costi;
- non dover dare una valutazione alla società che si trova in una fase early stage e non ha valori attendibili, evitando di incorrere in errori che porterebbero a interminabili negoziazioni non indicate vista la necessità di velocità della startup;
- possono essere ceduti anche a fronte di prestazioni d’opera per work for equity o piani di stock option.
Agli investitori early stage, tipicamente business angel, che sono quelli che più di tutti rischiano la perdita del capitale investito, questo strumento consente di non diventare subito socio di una società che potenzialmente (nel 40% dei casi al primo anno e nel 60% dei casi al secondo anno) fallirà se non è capace di reperire ulteriori capitali (solitamente da venture capital). Gli SFP consentono inoltre:
- di entrare in un deal, senza aver bisogno di strutturare costosi term-sheet che verranno comunque negoziati dai venture capital nel round successivo e dei quali beneficeranno automaticamente anche i sottoscrittori precedenti, convertendo la propria opzione nella stessa categoria di quota/azione:
- di accedere a uno sconto importante (20-30%) sulla valutazione del futuro aumento di capitale nel quale probabilmente entreranno i venture capital, convertendo la propria opzione nella stessa categoria di quota/azione.