Smart City a una svolta

di Noemi Ricci

Pubblicato 16 Maggio 2014
Aggiornato 24 Ottobre 2014 07:04

Smart City, in arrivo 30 miliardi di euro di fondi UE: lo stato dell'arte e ciò che serve per dare una svolta in Italia.

I finanziamenti in arrivo dall’Europa per i prossimi 7 anni per un totale di 30 miliardi di euro – finalizzati all’innovazione e frutto della programmazione europea 2014-2020 – creano le giuste prospettive per dare una svolta allo sviluppo delle Smart City in Italia (alle quali è destinato il 5% dei fondi europei destinati al nostro Paese).

Bandi Smart City

Un appuntamento che l’Italia non può permettersi di mancare e per centrare l’obiettivo è necessario avviare cambiamenti strutturali nel modo di progettare gli interventi, nella governance dell’innovazione, oltre a delle partnership sinergiche tra pubblico, privato e cittadinanza attiva. Per i prossimi 3 anni è stato stanziato circa un miliardo, suddiviso in tre bandi, tutti dedicati alle Smart City, plafond che andrà a sommarsi ai cofinanziamenti nazionali. Poi un altro miliardo è destinato a finanziare i bandi per l’efficientamento energetico, per i trasporti e la logistica.

Smart City in Italia

Ad oggi, secondo una ricerca svolta dall’Osservatorio Smart City dell’ANCI in collaborazione con Forum PA, tra le prime 40 le città italiane che hanno dichiarato di voler divenire Smart City:

  • la maggioranza non ha concretizzato tale volontà: solo il 31% ha scelto una forma di governance per questa politica;
  • il 69% non ha ancora definito la composizione della regia politica e organizzativa per la loro pianificazione.

Bisogna prendere esempio dalle realtà italiane che stanno portando avanti i buoni propositi, come il Comune di Genova che ha avviato delle politiche per la mobilità, o Modena con la sua nuova stazione intermodale, o ancora Milano con le nascenti “isole digitali”, Bari com il suo impegno a favorire le imprese di giovani, il progetto di smart environment di Ferrara, la rigenerazione urbana partecipata di Lecce, la knowledge economy di Reggio Emilia, la gestione unitaria del patrimonio storico e artistico di Firenze, o la rete civica di Bologna.

Fondi UE e capacità di spesa

I finanziamenti verranno però inviati all’Italia solo a patto che questa si dimostri capace di spendere, ovvero di far fruttare questi soldi stanziati dall’UE. Finora non è stato esattamente così: quasi a fine 2013, l’Italia ha utilizzato solo il 40% dei fondi UE disponibili per il periodo 2007-2013, impegnandoli in territori importanti (come i Por della Calabria o della Campania) che però non superano il 25%. Performance che collocano il nostro Paese al 26° posto sui 27 Stati della UE per capacità di spesa. Quello che si rende necessario ed urgente è che le Amministrazioni inizino realmente a lavorare in rete e a fare sistema sia al proprio interno, coinvolgendo anche le imprese, sia tra Amministrazioni omologhe, oltre ad una regia centrale che guidi verso la costruzione della comunità intelligente. Recentemente l’ANCI si è dimostrata orientata ad assumere questo ruolo con l'”Osservatorio Smart City” e l’idea di proporre un percorso guidato che porti verso una definizione operativa e condivisa del concetto di Smart City.