Secondo un recente studio a cura della Banca Monte Paschi Siena sul fattore competitività nel sistema economico italiano, l’Italia risulterebbe poco attraente agli occhi degli investitori esteri che intendano iniziare un’attività d’impresa.
Poca competitività delle merci italiane, dovuta alla poca produttività e alla scarsa innovazione, tra le principali motivazioni.
Dunque, niente concorrenza sleale da parte di paesi emergenti: è colpa dell’Italia se i principali competitor che appartengono alla stessa area valutaria (come la Germania) non ritengono il nostro Paese competitivo!
L’Italia avrebbe dovuto sostenere di più la crescita della produttività tra il 2000 e il 2008, seguendo l’esempio della Germania: in questo modo, la sua quota di esportazioni mondiali sarebbe cresciuta di oltre l’1%, per un valore di 78 miliardi di dollari (circa il 5% del PIL). Invece, allo stato attuale l’Export è rimasto invariato.
Gli unici segnali in controtendenza arrivano dalla crescita delle esportazione nel comparto macchinari e apparecchi, metalli di base, prodotti in metallo, prodotti raffinati da petrolio, alimentari e farmaceutici.
Dallo studio, risulta inoltre evidente come negli ultimi anni il Paese non è risuscito ad accrescere gli investimenti in tecnologia e R&S maturando un ritardo sempre più evidente con la media OCSE.
A scoraggiare gli investitori esteri sarebbe infine l’incidenza delle tasseper un impresa, che nel nostro Paese è molto elevata (68%, di cui il 43% dato da un’eccessiva tassazione del lavoro) rispetto ai principali competitor (44,5% di media europea).