Tratto dallo speciale:

Misure UE 2012 per le Pmi: credito e saldo pagamenti

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 7 Febbraio 2012
Aggiornato 7 Agosto 2013 10:38

Il Commissario UE Tajani ha illustrato le misure anti-crisi per il 2012 focalizzate sulle Pmi: programmi CIP, accesso al credito, internazionalizzazione, innovazione e stop al ritardo nei pagamenti.

Il vice presidente della Commissione e responsabile per l’Industria, Antonio Tajani, ha presentato in questi giorni i piani UE volti a sostenere lo sviluppo dell’industria e le piccole e medie imprese. Obiettivo: uscire presto e bene dalla crisi economica.

A tale scopo sarà fondamentale l’apporto delle Pmi europee, alle quali da sempre viene riconosciuto il ruolo di spina dorsale del tessuto produttivo europeo.

Tajani ha dichiarato: «il Consiglio ha sottolineato come sia importante il ruolo della crescita come uno dei pilastri per uscire dalla crisi.
La crescita, che punta su una politica per l’economia reale, sul mercato interno, sulla politica industriale e sulle piccole e medie imprese: per questo, diventa straordinariamente importante il lavoro che dobbiamo fare in questi 12 mesi».

Accesso al credito

Il primo passo sarà quello di ricorrere ai fondi strutturali per incrementare i programmi CIP a favore delle piccole e medie imprese dell’Unione, dare il via ad iniziative che  semplifichino l’accesso ai mercati internazionali e che garantiscano l’accesso al credito delle Pmi.

Proprio su questo fronte è allo studio un programma da 2,5 miliardi di euro volto a facilitare l’accesso delle Pmi al capitale di rischio (venture capital) così da contrastare gli effetti negativi di Basilea 3 per la piccola e media imprenditoria.

Grande attenzione viene posta anche all’innovazione, tanto che è stato nominato un nuovo direttore generale responsabile di questo settore: Carlo Pettinelli.

Ritardo nei pagamenti

L’altro passo fondamentale per sostenere le Pmi e le loro finanze è il recepimento della direttiva UE sui ritardi dei pagamenti. Le imprese europee vantano infatti 180 miliardi di euro di crediti e di questi ben 60-80 miliardi di euro sono delle imprese italiane.