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Crisi Grecia: danni per l’Export italiano

di Francesca Vinciarelli

24 Luglio 2015 09:00

La crisi greca ha avuto pesanti ripercussioni anche per l'Export italiano: persi 4,3 miliardi di euro, numerose filiali hanno chiuso, con perdite anche di posti di lavoro.

L’UE ha salvato la Grecia dal default ma con effetti sugli altri Paesi, Italia in primis. I danni per la Penisola sono consistenti: per via della crisi greca, ha perso 4,3 miliardi in attività di Export dal 2008, quando la Grecia acquistava dal nostro Paese per 8 miliardi di euro.

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Import-Export

Il Piano varato dall’Europa in aiuto della Grecia, permetterà alla penisola ellenica di ricapitalizzare subito le banche ma per l’Italia si prevede un ulteriore calo del giro d’affari. Per comprendere la gravità della situazione basti pensare che l’Export italiano nel 2008 era pari a 8 miliardi di euro, mentre nel 2014 questo è sceso a 1,4 miliardi e per il 2015 si prevede un ulteriore calo a circa 1 miliardo. Nel 2008 l’Italia importava beni dalla Grecia per circa 2 miliardi di euro, con un saldo dell’Import-Export pari a +6 miliardi di euro in favore dell’Italia. Entrando nel dettaglio:

  • Importazioni: negli anni  il trend è sempre rimasto positivo tranne nel 2009, quando si è registrato un calo del 19,7%. Poi nel 2010 si è tornati a +26,3%, nel 2011 a +12,4%, nel 2012 c’è stata una sostanziale stabilità, nel 2013 si è saliti a +8,8% e nel 2014 a +2%;
  • Espostazioni verso la Grecia: la flessione è iniziata nel 2009, quando il PIL greco è sceso del 25% togliendo potere di acquisto ai cittadini e facendo crollare le importazioni anche di prodotti Made in Italy.

Filiali italiane chiuse

Questa situazione ha portato molte imprese italiane, che nei tempi d’oro avevano aperto filiali in Grecia o comprato partecipazioni di controllo, a chiudere. Sempre con riferimento al 2008, il loro fatturato  era pari a 2,3 miliardi di euro, poi arrivato a quota 1,3 miliardi nel giro di 5 anni. Il numero delle società italiane presenti in Grecia in qualche modo è calato da 300 a 190 unità, mentre gli addetti si sono ridotti da 6.036 a 4.113 unità. E le previsioni per il 2015 non sono certamente migliori.