Destinazione Italia: luci e ombre per l’Industria Digitale

di Alessandro Longo

Pubblicato 23 Dicembre 2013
Aggiornato 23 Maggio 2014 14:05

Intervista al presidente di Confindustria Digitale sulle nuove misure in Italia: Web Tax ed Equo Compenso SIAE adombrano gli incentivi alle PMI che innovano ed il Regolamento AgCom anti-pirateria.

La Legge di Stabilità 2014 introduce dal nuovo anno misure molto controverse come la Web Tax: Confindustria Digitale fa il punto su questa e sulle altre nuove misure del Governo per il settore Digitale.

«Bene i voucher e gli incentivi alle PMI che investono in innovazione, ma non bastano per dare una svolta». E per il resto tutto male nelle ultime trovate normative che arrivano dal Governo: «Web Tax e aumento dell’equo compenso sono un grosso pericolo per lo sviluppo del mercato digitale». La pensa così Stefano Parisi, presidente di Confindustria Digitale, in un’intervista a PMI.it sull’onda delle ultime novità che stanno prendendo forma di decreto.

Le nuove misure

Sono giorni caldi per le leggi sul Digitale. Cominciamo parlando dei voucher da 10mila euro e degli incentivi per chi dota l’azienda di connessioni a banda ultra larga, come previsto, per le PMI, dal nuovo decreto legge Destinazione Italia. Sono cose molto positive. L’Italia ha una bassa adozione di Internet tra le PMI (60%) e le nuove misure del Governo possono essere uno strumento di promozione del Digitale, ma solo se l’impresa già ne comprende il valore. E può riuscirci solo se è guidata in questa direzione.  Come? Se ottiene pacchetti di servizi chiavi in mano, per fare e-Commerce per esempio. E’ il senso di un’iniziativa che stiamo sviluppando con Confindustria Digitale. Questi voucher e incentivi, in pratica, possono essere il motore di innesco per un progetto più ampio.Di che si tratta?

Stiamo prendendo in esame alcuni settori e vediamo come possiamo farli evolvere con un’offerta tecnologica specifica. Per esempio abbiamo tavoli in Confindustria con le federazioni del Turismo e le filiere per capire come le nuove tecnologie possono aiutarne lo sviluppo. L’uso di Internet è già diffuso per comprare viaggi e biglietti, ma le piattaforme utilizzate dagli utenti non sono italiane. L’industria italiana è quindi soffocata dalle grandi piattaforme straniere, che fanno il prezzo finale. L’idea da sviluppare è se l’industria italiana possa creare piattaforme complete per la promozione turistica, la vendita di pacchetti e l’assistenza per i visti turistici. E così riappropriarsi del business del Turismo in rete.

Almeno queste misure di Destinazione Italia arrivano al momento giusto…

Sì, è il resto che non è positivo. Per esempio la norma – sempre di quel decreto – che esclude i libri non cartacei dagli incentivi fiscali. Già gli e-book soffrono di un’IVA più alta, adesso il Governo pensa di penalizzarli ulteriormente. Mi sembra assurdo, probabilmente il ministero dei Beni Culturali non comprende quanto la tecnologia digitale possa aiutare a diffondere la cultura.

E la Web Tax? (la nuova versione – alleggerita dalla commissione Bilancio della Camera – ha eliminato l’obbligo di partita IVA per i servizi di eCommerce lasciandolo per pubblicità e diritto d’autore, ndr)

Questa è un’altra cosa incredibile. Davvero negativa. L’ho già detto in altre sedi, ma ora lo spiego meglio. Questa norma andrà incontro sicuramente a una procedura d’infrazione europea, perché il diritto comunitario prevede armonizzazione sulle materie fiscali… quindi è impensabile imporre una partita IVA italiana a chi vuol fare business nel nostro Paese. C’è già un Comitato a livello OCSE per affrontare il tema dell’armonizzazione fiscale sul web, per affrontare il tema della tassazione di giganti come Google. Sono questioni che vanno gestite a livello internazionale. In Italia, invece, dobbiamo pensare a come la normativa fiscale possa aiutare lo sviluppo dell’Industria Digitale. Mi sarebbe piaciuta una Web Tax a favore del web…e invece così com’è è contro il Web. E contro la stessa Italia. Se vogliamo metter mano alla normativa fiscale, invece che aumentare le tasse dovremmo pensare a incentivi per sostenere lo sviluppo delle piattaforme digitali europee e non solo italiane.

La Web Tax è nell’attuale testo della Legge di Stabilità, dove troviamo anche un aumento dell’equo compenso SIAE sui dispositivi elettronici.

Un’altra cosa negativa per industria e consumatori. E non solo perché è un aumento del 500% che peserà sui prezzi dei prodotti. È una norma negativa anche perché è nata dal concetto di copia privata di un cd. Cosa che però gli utenti non fanno più. Fanno streaming, piuttosto. Assurdo che debbano pagare di più i dispositivi elettronici per qualcosa – la copia privata – che poi comunque non utilizzeranno.

Ultima novità normativa di dicembre: la delibera AgCom sulla pirateria. Che impatto può avere sull’industria digitale?

Sicuramente positivo. Il nuovo Regolamento contro la pirateria digitale può aiutare l’offerta legale dei contenuti e con ogni probabilità sosterrà la crescita del mercato.

Tuttavia i provider internet sono preoccupati. Temono che dovranno attrezzarsi, investendo risorse, per far fronte alle segnalazioni ricevute da AgCom.

In realtà la questione è stata risolta con il nuovo testo, rispetto alla bozza di delibera, dove ancora poteva esserci il rischio di imporre agli operatori sistemi di deep packet inspection. Le telco sono favorevoli, adesso, alla delibera. Non lo sono soltanto gli internet provider di Aiip e Assoprovider. C’è solo un problema, al momento: Agcom mette sulle spalle dell’hosting provider il compito di rimuovere contenuti specifici pirata. L’hosting può solo spegnere il sito, ma non può entrarci per fare modifiche. Questa cosa sarebbe compito del gestore del sito. Penso sia un errore tecnico che sarà corretto tempestivamente. L’abbiamo già segnalato all’Autorità, che credo ci stia lavorando.