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Riforma Pensioni: i programmi elettorali a confronto

di Barbara Weisz

19 Agosto 2022 12:00

Riforma Pensioni nei programmi elettorali: ecco le proposte dei partiti, da cui emerge la volontà trasversale di rendere almeno strutturale Opzione Donna.

Si è riacceso il dibattito sulla riforma pensioni dopo la presentazione dei programmi elettorali delle principali coalizioni politiche in vista del voto del 25 settembre. Dopo una partenza in sordina, la campagna elettorale ha fatto di nuovo posto al tema delle pensioni, che interessano una fetta di elettorato ampia e motivata, cavalcando un tema particolarmente sentito anche tra giovani e lavoratori, che guardano al futuro con sempre maggiore incertezza.

Per le Elezioni Politiche 2022, il programma con maggiori dettagli su questo tema è ila coalizione PD (misure di flessibilità, in uscita, pensioni dei giovani, lavori usuranti); segue il Movimento 5 Stelle (superamento legge Fornero), mentre il Centrodestra resta più vago (più flessibilità e attenzione ai giovani, con la Lega insiste su Quota 41) e l’alleanza Calenda-Renzi si concentra sui giovani non sulla riforma pensionistica.

Tutti i testi dei programmi sono scaricabili in PDF, direttamente da PMI.it, uno per ciascuna formazione.  Vediamo con precisione cosa contengono in materia di riforma previdenziale.

La Riforma Pensioni nei programmi elettorali 2022

La riforma pensioni, rimandata a più riprese causa emergenze Covid e guerra, torna sul tavolo di Governo in vista della prossima Legge di Bilancio, che dovrà essere scritta dal nuovo Governo. Dunque, il risultato elettorale del 25 settembre avrà un peso anche in questo senso. Nella Manovra dello scorso anno sono state solo inserite le proroghe degli attuali strumenti sperimentali di flessibilità in uscita, come la Quota 102, l’APE Sociale e l’Opzione Donna. Alla fine di questo 2022, la questione si ripropone dopo l’interruzione del tavolo con i sindacati che rende tutto più lungo e complesso.

Sembra difficile che la riforma pensioni possa dunque essere inserita nella Legge di Bilancio 2023 visti anche i tempi stretti dovuto al sovrapporsi di scadenze legate alla nuova Legislatura. Non si esclude che si finisca pertanto per replicare il modello delle proroghe annuali, ma chi vincerà le elezioni e formerà il nuovo Governo dovrà prendere questa decisione e declinarla secondo il proprio programma.

Pensioni: proposte del Centrodestra

Le proposte contenute nel programma comune dell’alleanza di Centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati) fissano obiettivi ma non sono declinate nel dettaglio (più specifico il programma della Lega, che punta sulla Quota 41) limitandosi a citare l’aumento delle pensioni minime, sociali e di invalidità  e:

flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e accesso alla pensione, favorendo il ricambio generazionale.

Sul tema pensioni minime, Silvio Berlusconi (Forza Italia) ha tra l’altro dichiarato l’intenzione di portarle a mille euro al mese, ma questo obiettivo non è contenuto nel programma in termini così precisi. Se la coalizione di Centrodestra non programma nessuna particolare riforma pensioni, la sola Lega insiste sulla necessità di superare la riforma Fornero, e propone le seguenti misure specifiche:

  • Quota 41 per tutti (in pensione con 41 anni di contributi versati),
  • Pensione donne a 63 anni (rispetto agli attuali 67 anni).
  • Pensione di garanzia giovani  (con carriere discontinue e regime contributivo) da mille euro.
  • Opzione Donna strutturale e proroga APE Sociale.

Pensioni: proposte della coalizione PD

La coalizione che comprende PD, Verdi e Sinistra Italiana, +Europa e Di Maio sono articolate in tema di riforma pensioni. In programma ci sono:

  • flessibilità per l’uscita dal mondo del lavoro con pensione a 63 anni,
  • pensione di garanzia per i giovani,
  • pensione agevolata per per gravosi e usuranti e caregiver familiari,
  • APE Sociale e Opzione Donna strutturali,
  • rafforzamento previdenza complementare,
  • strumenti per il ricambio generazionale.

Pensioni: le proposte di Calenda e Renzi

Il programma non contiene una proposta di riforma ma solo qualche indicazione su temi specifici in qualche modo connessi alle pensioni.

In primis, i giovani, con la previsione di incentivare la previdenza complementare per gli under 35, eliminando la tassazione del 20%. Per il resto, vengono solo indicati alcuni temi: il divario fra le pensione degli autonomi e quelle dei lavoratori dipendenti, l’aumento della spesa pensionistica determinato dall’invecchiamento della popolazione. Su quest’ultimo fronte, si propongono politiche per la natalità e la famiglia.

Pensioni: le proposte del Movimento 5 Stelle

Anche il Movimento 5 Stelle non presenta una proposta articolata, ma prevede comunque una riforma pensioni con il seguente obiettivo:

evitare il ritorno alla legge Fornero, attraverso l’ampliamento delle categorie dei lavori gravosi e usuranti e attraverso meccanismi di uscita flessibile dal lavoro.

Non ci sono dettagli su come dovrebbe declinarsi la nuova flessibilità in uscita (riducendo i requisiti anagrafici o contributivi oppure introducendo altre formule). Ci sono però proposte specifiche per particolari categorie di lavoratori:

  • pensione di garanzia per i giovani e riconoscimento del tirocinio a fini pensionistici,
  • pensione anticipata per le madri lavoratrici,
  • incremento delle pensioni di invalidità.

Pensioni: cosa emerge dai programmi a confronto

C’è una convergenza di tutte le forze politiche sull’esigenza di arrivare a una riforma pensioni che potenzi la flessibilità in uscita. Il Centrodestra punta maggiormente su nuove forme di pensione anticipata come la Quota 41, il Centrosinistra sull’abbassamento dell’età pensionabile. In generale si può dire che le proposte del PD sono molte vicine alla piattaforma dei sindacati presentata al tavolo con il Governo.

Calenda-Renzi e Movimento 5 Stelle si concentrano sui giovani, tema che di fatto è presente un po’ in tutti i programmi elettorali, e non solo in materia di novità previdenziali.

Da sottolineare  la volontà comune, anche tra forze opposte, di rendere strutturali Opzione Donna (che consente in andare in pensione con 35 anni di contributi versati e 58 o 59 anni di età, rispettivamente per dipendenti e autonome, con requisiti maturati entro il 31 dicembre), e APE Sociale (pensione a 63 anni con 30/36 anni di contributi per disoccupati, caregiver, disabili al 74% e gravosi).

Un punto che avvalora la tesi della riproposizione della semplice proroghe annuali in Manovra 2023, rimandando a tempi più favorevoli ed estesi la concertazione per la definizione di una vera e propria riforma del sistema previdenziale.