Non solo sanzioni dirette ma anche difficoltà logistiche e precise scelte commerciali stanno penalizzando alcuni settori produttivi e i rapporti commerciali con Mosca, aggravando l’impatto economico della guerra fra Russia e Ucraina. Nell bufera è soprattutto l’Export italiano verso la Russia, che vale 7,7 miliardi di euro e riguarda settori importanti del Made in Italy come la Moda, il Mobile e la Meccanica.
Vediamo con precisione i vettori che hanno bloccato i trasporti verso la Russia e le zone di guerra.
Spedizioni sospese
Nelle ultime ore si segnalano spedizioni bloccate per la Russia e l’Ucraina, forti ritardi e disagi per le merci che invece devono arrivare in zone vicino al conflitto: lo stop è annunciato da tutti i principali player del settore, a partire da Poste Italiane, ma non solo: TNT, UPS, DHL, i colossi del trasporto marittimo come Maersk ed MSC.
Poste italiane ha sospeso tutti i servizi di spedizione verso la Russia. Sono sospesi anche i servizi di Poste Delivery International Express, Poste Delivery Business International Express e Internazionale Espresso, anche erogati tramite Poste Delivery Web, per le spedizioni dirette in Bielorussia ed Ucraina. Infine, tutti i servizi di spedizione per la Moldavia e per l’Ucraina (laddove non sospesi) registrano forti ritardi.
FedEx e TNT hanno sospeso tutti i servizi verso Russia e Ucraina. Stop alle spedizioni anche da parte di UPS e DHL, che ha sospeso le spedizioni anche verso la Bielorrusia.
Blocco Logistica
Analoghe decisioni arrivano dai colossi del trasporto marittimo. Fra gli altri, il colosso danese Maersk ha interrotto di tutte le spedizioni di container da e verso la Russia, e ha sospeso tutte le prenotazioni via mare e via terra.
Analoghe decisioni arrivano da MSC, Mediterranean Shipping Company, primo operatore al mondo, di proprietà italiana, ha interrotto tutti i trasporti merci da e per la Russia. Continuerà ad accettare ordini solo per la consegna di beni essenziali come cibo, attrezzature mediche e aiuti umanitari. Analogo annuncio da parte della francese Cma Cgm. In parole semplici, i big mondiali del trasporto merci hanno sospeso tutti i servizi da e per la Russia.
Caro Trasporti
Al questo blocco delle esportazioni e delle importazioni, si aggiunge il caro trasporti, sul quale impatta invece il costo dei carburanti. Confartigianato Trasporti sottolinea che nell’arco dell’ultimo anno il prezzo alla pompa del gasolio per autotrazione è rincarato del 20,7%, con un impatto di maggiori costi pari a 535 milioni di euro per le micro e piccole imprese dell’autotrasporto merci.
CNA-FITA chiede a sua volta nuove «misure eccezionali per ridurre il costo dell’energia». Fra le proposte al Governo che arrivano dalle categorie, misure per calmierare il costo del carburante da autotrasporto, e misure agevolative, ad esempio un credito d’imposta.
Il presidente di Confartigianato Trasporti, Sergio Lo Monte, annuncia che il Governo ha fornito prime risposte sull’impegno a mettere a disposizione del settore risorse aggiuntive per compensare parte dei maggiori costi sostenuti in questa difficile fase, così come aver avviato il percorso che si pone l’obiettivo di definire quelle norme necessarie alla categoria per ottenere un riequilibrio degli assetti di mercato e i giusti correttivi delle condizioni contrattuali.