Tratto dallo speciale:

Mascherine Coronavirus: quante ne servono realmente

di Anna Fabi

15 Aprile 2020 10:24

Le mascherine sono presidi fondamentali per ostacolare la diffusione del virus, ma quante se ne devono produrre in Italia per soddisfare il fabbisogno?

L’emergenza sanitaria legata all’improvvisa e incessante diffusione del Coronavirus ha cambiato e stravolto la nostra quotidianità, rendendo necessario mettere in atto comportamenti e preventivi e precauzionali.

=> Coronavirus: guida alle mascherine in commercio

Oltre alle misure governative che impongono l’obbligo di rimanere a casa, limitando le uscite gli spostamenti ai casi giustificati, mediante autocertificazione, da motivi di lavoro, necessità e urgenza, ci sono le raccomandazioni che possono essere sintetizzate in tre regole basilari:

  1. indossare dispositivi di protezione personale (mascherine, guanti, occhiali e quant’altro possa ostacolare la trasmissione del virus)
  2. mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro;
  3. lavarsi spesso le mani, con il sapone per almeno 60 secondi, o con soluzioni a base alcolica (almeno 80%), evitando di toccarsi occhi, naso e bocca prima di averlo fatto.

Chi deve indossare le mascherine

Sul primo punto in realtà la questione è controversa. Le indicazioni da sempre sono che le mascherine, soprattutto quelle di tipo chirurgico, devono indossarle:

  • i malati di Coronavirus o altre malattie infettive, per evitare di diffondere nell’aria l’agente patogeno, contagiando chi gli sta intorno;
  • gli operatori sanitari e chi si prende cura delle persone affette da Coronavirus;
  • gli immunodepressi;
  • chi per necessità deve lavora a stretto contatto con persone sconosciute senza la garanzia di riuscire sempre a mantenere la distanza di sicurezza.

Per le persone sane e che non sono a contatto soggetti affetti dal Coronavirus malati si dice che le mascherine non servano e che anzi in alcuni casi possano essere più “dannose”, abbassando il livello di attenzione. L’OMS e il Ministero della Salute sottolineano che l’uso della mascherina aiuta a limitare la diffusione del virus ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di igiene respiratoria e delle mani.

=> Mappa Coronavirus: la situazione in Italia ad aprile 2020

In merito, però, i pareri  sono diversi e anche secondo molti virologi le mascherine saranno presidi fondamentali nei prossimi mesi. Si parla infatti di una “fase 2” con obbligo di mascherina e guanti indossati da parte di tutti quando ci si trova al di fuori delle mura domestiche.

In generale, considerando anche l’esistenza di una quota di asintomatici infettanti, indossare la mascherina quando si esce e non si è sicuri di poter rispettare in ogni momento la distanza di sicurezza, ad esempio quando si va al supermercato, rappresenta un comportamento volontario di educazione civica che consente di limitare il carico di diffusione del virus nell’ambiente.

Mascherine: il reale fabbisogno

A questo punto però sorge un ulteriore problema: la grave carenza di mascherine, soprattutto a fronte del fatto che si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di dispositivi monouso, quindi non riutilizzabili. Si tratta ovviamente di un problema non solo italiano ma internazionale. Moltissime aziende in tutto il mondo stanno dando il proprio contributo per riuscire a fornire mascherine a tutti, anche riconvertendo la propria produzione in questo senso. Resta però il collo di bottiglia dei test di conformità, attualmente affidato ai laboratori del Tecnopolo biomedicale di Mirandola e quelli dell’Ateneo di Bologna (le mascherine davvero in grado di evitare il diffondersi del virus sono quelle certificate FFP2 e FFP3).

Ma al di là dei problemi di produrre, testare e validare i DPI realizzati, realmente, di che mole di mascherine necessitiamo in Italia? La domanda non è affatto banale, anche perché bisogna vedere se si considera solo la necessità delle figure che ne hanno bisogno in modo prioritario, come i medici e il personale sanitario, o anche coloro che lavorano in condizioni tali da non poter garantire la distanza di sicurezza, i malati e le persone che si prendono cura di loro, o l’intera popolazione.

Una prima indicazione sul fabbisogno mensile di mascherine in Italia arriva dal capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, e da Domenico Arcuri, commissario all’emergenza Coronavirus, secondo il quale servono almeno 90 milioni di mascherine al mese, ma c’è anche chi porta i numeri più in alto, fino a 130 milioni di mascherine al mese.