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Ghezzi, Infocamere: PMI e digitale volano della crescita

di Barbara Weisz

Pubblicato 2 Maggio 2019
Aggiornato 22 Luglio 2020 16:57

Sì a impresa 4.0 e rilancio del Made in Italy, il Paese deve puntare sulla digitalizzazione delle PMI per vincere la sfida della crescita: intervista a Paolo Ghezzi, direttore generale di Infocamere.

Partire dalle imprese e stimolare la digitalizzazione: sono le due leve su cui puntare per stimolare l’economia e potenziare la crescita secondo Paolo Ghezzi, direttore generale Infocamere, intervistato da PMI.it.

In questo scenario, il Decreto Crescita appena entrato in vigore rappresenta «un piccolo passo in avanti che va nella giusta direzione, soprattutto per aver ripreso alcune tematiche fondamentali come impresa 4.0».

Perché è questa, insiste Ghezzi, la priorità assoluta: un contributo forte alla digitalizzazione, fronte su cui l’Italia sconta ancora forti ritardi. «Siamo al 26esimo posto su 28 in Europa, in base al Desi (Digital economy and society index), pur avendo fatto negli ultimi anni moltissime cose per spingere l’innovazione».

E’ un tema su cui l’Italia dovrebbe fare salti disruptive.

Come? Puntando innanzitutto su una risorsa peculiare del Sistema Italia: le piccole e medie imprese. Un tessuto imprenditoriale dal quale bisogna partire per fare il salto digitale, con tutte le ricadute in termini di competitività economica.

In Italia abbiamo 6 milioni di piccole imprese, contro un’Unione Europea che è invece caratterizzata dalla presenza di medie e grandi imprese.

Anche i segnali di crescita (pur lievi) con il +0,2% nel primo trimestre dopo due trimestri negativi, possono indurre all’ottimismo se letti in questa direzione: «quando si muovono 6 milioni di imprese, anche se con recuperi di produttività ancora bassi, si può fare la differenza».

Il secondo pilastro è la digitalizzazione. E in questo caso, oltre che per il legislatore, la sfida è per gli stessi imprenditori. Ci sono barriere da abbattere, in primis culturali, promuovendo una sorta di rinascimento digitale, partendo dalle scuole e continuando con il mondo delle imprese. Che non sempre sono ricettive.

Il cassetto digitale dell’imprenditore, servizio gratuito messo a disposizione da Infocamere da oltre un anno, fino ad ora ha raccolta le adesioni di 300mila imprenditori. Su una platea potenziale ben più vasta, pari a 6 milioni di imprese.

Siamo partiti dal concetto che l’informazione è sempre più strategica, ed è quindi importante garantire un accesso rapido, facile e unificato ai dati.

Il cassetto dell’imprenditore è una web app, funziona sullo smartphone e rappresenta una sorta di biglietto da visita digitale, spendibile anche sul mercato internazionale.

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A portata di smartphone visure camerali (in italiano e inglese), bilancio, certificazioni, rating, tutte le pratiche Suap. Uno strumento che da una parte semplifica la vita all’impenditore, dall’altra può servire a promuovere e a comunicare l’impresa: il Made in Italy è l’ottavo marchio del mondo».

Per un’impresa italiana, anche solo avere una carte di carta d’identità valida e tradotta in inglese, è un primo passo importante verso i mercati internazionali.

Infocamere è costantemente impegnata nel promuovere la cultura della digitalizzazione, mettendo a disposizione delle imprese strumenti sempre più aggiornati.

Come il nuovo Token Wireless, strumento di autenticazione evoluto che facilita la gestione dell’impresa direttamente dallo smartphone (accesso ai dati, potere di firma).

Più in generale, lo sforzo è quello di dare sempre più valore aggiunto al registro delle imprese: «un messaggio che cerchiamo di fare passare per gli imprenditori è proprio quello di tenere costantemente aggiornate le informazioni sulla propria azienda».