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Start-up: opportunità di lavoro per neolaureati

di Teresa Barone

12 Marzo 2014 09:31

Nascita e sviluppo delle start-up italiane, sbocco occupazionale per i neolaureati: l’infografica dell’Università Unicusano.

Ammontano a 110 milioni di euro gli investimenti che nel 2013 hanno coinvolto le start-up italiane, risorse in grado di favorire la nascita di nuove imprese (sono 1554 le società italiane che si sono iscritte alla sezione start-up innovative del Registro delle Imprese nel corso dell’anno scorso) e di promuovere il miglioramento della situazione occupazionale nel paese. Queste cifre sono state rese note dall’infografica realizzata dalla Facoltà di Economia dell’Università Unicusano, report che per la prima volta illustra le fasi di vita, le fonti di finanziamento, e le caratteristiche dei protagonisti delle nuove realtà imprenditoriali nella penisola.

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Start-up e occupazione giovanile

La creazione di start-up rappresenta uno sbocco occupazionale condiviso da un numero crescente di neolaureati italiani, desiderosi di mettersi in gioco concretizzando progetti innovativi perlopiù nel settore del  Web (49%), dell’ICT (21%) e dei servizi (19%). L’identikit dello startupper medio corrisponde a un laureato trentenne residente in una delle Regioni del Nord (52%), spesso con precedenti esperienze nell’ambito del lavoro dipendente.

Incubatori e agevolazioni fiscali

L’infografica informa anche sulle varie fasi che portano dall’idea di impresa alla nascita della start-up, spesso grazie al supporto degli incubatori di impresa così come degli investitori, delle università, dei business angel e venture capitalist. Fondamentali per la nascita e lo sviluppo di nuove start-up, tuttavia, sono le agevolazioni fiscali introdotte dal Governo, come sottolinea il rapporto: «Se le piccole e medie imprese italiane perdono ogni anno migliaia di posti di lavoro e faticano a restare a galla perché schiacciate da una burocrazia contorta e da una pressione fiscale ai massimi storici, le start-up possono usufruire dei vantaggi fiscali previsti dal decreto Sviluppo Bis del Governo Monti. Non solo: pur rappresentando circa il 2% dell’universo produttivo italiano, le start-up creano più occupazione delle imprese tradizionali per i giovani e in questo modo contribuiscono alla crescita economica.»