Ricongiunzione contributi INPS e cassa privata: regole e opzioni

Risposta di Barbara Weisz

12 Dicembre 2023 15:14

Antonella chiede:

Sono libero professionista a partita IVA. Ho 14 anni di contributi versati all’INPS e 7 anni versati ad INARCASSA. La ricongiunzione dovrei richiederla all’INPS (dove ho più anni versati) o ad INARCASSA?

Potrei invece optare per la totalizzazione o il cumulo? Che differenza c’è tra queste formule? Sono peggiorative in termini di assegno pensionistico rispetto alla ricongiunzione?

La ricongiunzione dei contributi va chiesta all’ultima cassa previdenziale di appartenenza, che sarà poi quella che verserà la pensione. Optando per questo strumento, farà confluire tutti i contributi nell’ultima cassa a cui ha versato contributi, pagando una somma che sostanzialmente copre l’armonizzazione delle regole.

La ricongiunzione è un istituto più conveniente rispetto al cumulo o alla totalizzazione in termini economici, perché l’intera somma è calcolata con le regole della gestione previdenziale di appartenenza, ma in compenso è a pagamento. Bisogna infatti versare un onere di ricongiunzione all’istituto previdenziale nel quale si fanno confluire i contributi.

Tendenzialmente, le potrebbe convenire pagare la ricongiunzione all’INPS, mentre potrebbe essere eccessivamente costosa l’operazione in INARCASSA (perché è l’istituto in cui ha versato meno contributi).

Il cumulo e la totalizzazione hanno il vantaggio di non prevedere alcuna spesa, però i contributi restano nelle rispettive gestioni, che poi calcoleranno la propria parte di pensione pro quota. La principale differenza fra queste due possibilità consiste nella valorizzazione di eventuali contributi versati prima del 1996, che quindi ricadono nel sistema retributivo. La totalizzazione comporta il calcolo interamente contributivo della pensione, il cumulo no.

In base a tutte queste regole, faccia eventuali simulazioni per capire cosa potrebbe convenirle maggiormente.

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Risposta di Barbara Weisz