
Il trattamento integrativo IRPEF fino a 100 euro (che integra il vecchio Bonus Renzi fino a 80 euro) è previsto anche nel 2023 in busta paga: lo prendono in misura piena coloro che hanno un reddito fino a 15mila euro mentre fino a 28mila euro può non spettare o essere ridotto se le altre detrazioni (familiari a carico, lavoro dipendente, mutuo prima casa e lavori edilizi) superano l’imposta lorda dovuta.
Sopra tale cifra, però, è stato abolito. Vediamo come è applicato in busta paga il trattamento integrativo IRPEF (bonus Renzi).
Bonus IRPEF: a chi spetta il trattamento integrativo 2023
Il bonus in busta paga spetta ai soli dipendenti (non riguarda i pensionati) ed è previsto dal decreto 3/2020. -La voce nel cedolino paga che lo riguarda è denominata “trattamento integrativo“.
Il suo importo annuo complessivo è di 1200 euro ripartito in 12 mensilità (per un totale di 1200 euro all’anno) per i redditi fino a 28mila euro, per poi scendere gradualmente fino ad azzerarsi a quota 40mila euro. La riforma fiscale ha eliminato il bonus per i redditi oltre 28mila euro (la norma era transitoria, prevista solo per il 2020 e 2021 in attesa delle riforma). Di conseguenza, è cambiato lo stipendio netto il busta paga:
Per quali redditi spetta il Bonus Renzi in busta paga?
Con reddito fino a 15mila euro annui resta il bonus Renzi pari a 100 euro al mese. Tecnicamente, la riforma interviene sull’articolo 1 del decreto 3/2020, prevedendo che al lavoratore dipendente sia «riconosciuta una somma a titolo di trattamento integrativo, che non concorre alla formazione del reddito» di importo pari a 1200 euro, «se il reddito complessivo non è superiore a 15mila euro».
Con reddito fino a 28mila euro annui è previsto quanto segue: il trattamento è riconosciuto «a condizione che la somma delle detrazioni di cui agli articoli 12 e 13, comma 1, del testo unico imposte sui redditi (dpr 917/1986), delle detrazioni di cui all’articolo 15, comma 1, lettere a,b, e comma 1-ter, dello stesso testo unico, limitatamente agli oneri sostenuti in dipendenza di prestiti o mutui contratti fino al 31 dicembre 2021, sia di ammontare superiore all’imposta lorda».
In termini semplici, se la somma delle detrazioni è superiore all’imposta lorda dovuta, allora spetta anche l’ex bonus Renzi fino a 1.200 euro, in caso contrario non spetta il trattamento integrativo in busta paga (penalizzando quindi coloro che detraggono molte spese dall’IRPEF).
Quali sono i requisiti per il Bonus IRPEF?
Se le detrazioni superano l’imposta lorda, spetta il Bonus Renzi (trattamento integrativo) ma non in misura piena (pari a 100 euro al mese). In questo caso, infatti, come recita la norma: «il trattamento integrativo è riconosciuto per un ammontare non superiore a 1200 euro, determinato in misura pari alla differenza fra la somma delle detrazioni e l’imposta lorda».
In pratica, prima si calcola l’importo delle detrazioni spettanti (quelle sopra citate), poi si sottrae l’imposta lorda dovuta. Se il risultato è inferiore a 1200 euro, corrisponde al bonus spettante. Se invece la differenza supera i 1200 euro euro, spetta una detrazione di 1200 euro annui.
=> IRPEF: simulazione stipendio per ogni aliquota
Quali detrazioni IRPEF per il Trattamento integrativo – Bonus Renzi?
Per i redditi oltre 28mila euro, le detrazioni da considerare rispetto all’imposta dovuta sono le seguenti:
- articolo 12 comma 1 del TUIR: detrazioni per carichi di famiglia;
- articolo 13 comma 1: detrazioni lavoro dipendente,
- articolo 15, comma 1, lettera a: prestiti e mutui agrari,
- articolo 15, comma 1, lettera b: mutui acquisto prima casa,
- articolo 15, comma 1, lettera c: spese sanitarie,
- articolo 15, comma 1-ter: mutuo costruzione prima casa,
- articolo 16-bis: detrazioni per ristrutturazioni edilizie ed efficientamento energetico.
Come si calcola il Bonus Renzi?
Per chi ha un reddito lordo fino a 15mila euro annui, il calcolo del trattamento integrativo IRPEF (ossia il Bonus Renzi nella versione aggiornata) è pari a 1200 euro annui (erogati in busta paga ogni mese nella misura di 100 euro per ciascuna mensilità oppure conguagliati a fine anno nel 730).
Per chi ha un reddito tra 15mila e 28mila euro, il Bonus Renzi spetta soltanto se avanza un credito al netto di tutte le detrazioni spettanti rispetto all’imposta lorda dovuta. In questo caso, il calcolo del bonus è variabile in base alla specifica spettanza, perché corrisponde alla differenza tra 1200 euro e la capienza fiscale rimasta.
E poiché per il datore di lavoro è difficile conoscere tale informazione, in genere si finisce per dover conguagliare a fine anno tale bonus, con il calcolo che ricade in capo al sostituto d’imposta (o al CAF).
Come recuperare il Bonus Renzi nel 730?
Per recuperare gli importi spettanti e non fruiti in busta paga, il trattamento integrativo può essere ricevuto a conguaglio a fine anno da parte del datore di lavoro oppure tramite dichiarazione dei redditi.
In pratica, nel momento in cui il CAF (per il 730 cartaceo) o l’Agenzia delle Entrate (per il 730 precompilato) effettuano il calcolo dell’imposta dovuta, verificheranno anche se è stato correttamente applicato durante l’anno il trattamento integrativo spettante in base al reddito e, se questo non è avvenuto (ossia se il datore di lavoro non lo ha già erogato in busta paga), allora si beneficerà dell’intero importo annuo (1200 euro) se spettante, in diminuzione delle imposte dovute. Esattamente dome se fosse una detrazione IRPEF di quelle inserite nella dichiarazione dei redditi.
Il Bonus Renzi eventualmente fruito, deve essere indicato nel rigo C14 del quadro C. Chi presta l’assistenza fiscale deve ricalcolare l’importo del trattamento integrativo tenendo conto di tutti i redditi e le detrazioni, per poi indicarlo nel prospetto di liquidazione (modello 730-3).