Bilanci: la valutazione dei lavori in corso su ordinazione

di Nicola Santangelo

Pubblicato 29 Ottobre 2009
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:41

Con la definizione Lavori in corso su ordinazione si intendono i contratti stipulati o gli incarichi affidati per la realizzazione di beni o servizi che siano principalmente a carattere pluriennale e che presentino rilevante dimensione economica e complessità  di lavorazione. Generalmente vengono definiti commesse e rappresentano un'importante forma di reddito anche per le piccole e medie imprese.

Nella redazione del bilancio d'esercizio l'impresa deve seguire quanto stabilito dall'articolo 2426 del codice civile, il quale classifica i lavori in corso su ordinazione fra le Rimanenze dell'Attivo Circolante. Tale obbligo è supportato dalla necessità  di dover ripartire il valore su diversi anni al fine di far concorrere alla determinazione del risultato economico la sola quota effettivamente di competenza dell'esercizio.

Si pensi ad esempio ad un'impresa che deve realizzare un bene che coinvolge più di un esercizio. In questo caso accade che, in ciascun esercizio in cui il bene è in produzione, l'impresa sostiene costi che coinvolgono specificatamente il processo produttivo del bene stesso (ad esempio acquisto delle materie prime, costo del personale, noleggio di attrezzature varie) mentre il ricavo si conseguirà  con la messa in vendita del bene finito. Ecco che a questo punto nasce l'esigenza di dover ripartire i ricavi che l’impresa ritiene di conseguire, in tutti gli esercizi di produzione. E questo può avvenire soltanto attraverso un processo di valutazione dei lavori in corso su ordinazione e della contestuale rilevazione di costi e ricavi di commessa da imputare all'esercizio al quale sono effettivamente riferibili.

Si presenta, quindi, la necessità  di valutare correttamente i lavori in corso su ordinazione. Il metodo più immediato è sicuramente il cosiddetto criterio della commessa completata.

Immaginiamo un'impresa che riceve una commessa per la realizzazione e la fornitura di un prodotto secondo le caratteristiche dettate dalla committente. L'impresa ritiene che per mettere in produzione tale bene dovrà  affrontare con ragionevole certezza le seguenti spese:

  • € 27.000 Spese per il personale
  • € 9.000 Consulenze
  • € 12.000 Spese di missioni e trasferte

Per un totale di 48.000 euro. Il prezzo pattuito per l'intera fornitura è di 96.000 euro. Alla fine dell'esercizio n l’impresa dovrà  provvedere alla valutazione dei lavori in corso su ordinazione adottando il criterio della commessa completata. Al 31/12/n l'impresa ha sostenuto i seguenti costi interamente riferibili alla commessa:

  • € 9.000 Spese per il personale
  • € 3.000 Consulenze
  • € 4.000 Spese di missioni e trasferte

Per un totale di 16.000 euro, ovvero il 33,33% di quanto previsto.

Rifacendoci a quanto precisato dal già  citato articolo 2426 del codice civile e quindi che i lavori in corso su ordinazione possono essere iscritti sulla base dei corrispettivi contrattuali maturati con ragionevole certezza, possiamo determinare nel 33,33% di 96.000 euro l’importo da inserire nel conto Lavori in corso su ordinazione.