Una recente analisi diffusa dalla Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) e curata dal Segretario Generale Sergio Silvestrini, ha illustrato i pro e i contro delle misure del Governo a sostegno delle Pmi.
La manovra a cui ci riferiamo riguarda i rapporti con la Pubblica Amministrazione, le semplificazioni amministrative e la Fiscalità . Il tutto, con il ragguardevole obiettivo di ridurre la spesa pubblica e incentivare la crescita economica del Paese.
Cominciamo dai “Pro”. Certamente positiva è l’impostazione di un piano di finanza pubblica di medio periodo, che risulta di supporto nell’affrontare un percorso denso di sfide, a loro volta necessarie per sovvertire la preoccupante situazione dell’attuale ciclo economico in cui si sommano spirale inflazionistica e limitato incremento della produttività , oltre alla forte contrazione dei consumi.
Secondo Silvestrini, i provvedimenti previsti nella “Manovra d’Estate” danno risposta ad alcune delle principali esigenze, ma bisognerebbe intervenire anche con misure strutturali, in grado di dare una sferzata all’economia italiana.
Un merito che va riconosciuto al decreto sarebbe quello di riportare tra le priorità del Governo le esigenze della piccola impresa e l’intento di compiere un passo significativo per riportare il Paese ad una rinnovata competitività .
Il tutto, recuperando il rapporto con l’imprenditoria diffusa e con l’artigianato, perduto a causa di norme penalizzanti per il lavoro autonomo e le piccole imprese, introducendo invece quelle misure che da tempo richiedono le rappresentanze della Pmi.
Contro c’è invece – sempre secondo il CNA – la mancata definizione del disegno di legge relativo ad alcune importanti misure in materia di impresa, liberalizzazione dei servizi pubblici locali, soppressione di enti locali, lotta alla contraffazione, accelerazione del processo civile, potenzialmente della conciliazione e dell’arbitrato.
Anche se il Governo ha mostrato buone intenzioni relativamente al contenimento e alla riqualificazione della spesa pubblica, resta comunque qualche dubbio sulla effettiva sostenibilità degli interventi di taglio netto previsti per la spesa pubblica.
Il giudizio della CNA si mostra comunque positivo per quanto riguarda l’impegno per la contrattazione integrativa, la riduzione del peso degli adempimenti burocratici e dei costi sostenuti dalle imprese e per l’aumento dei controlli da parte dell’amministrazione finanziaria.
CNA si è mostrata dunque piuttosto soddisfatta delle misure fiscali contenute nel decreto legge nel loro complesso, un buon inizio che però deve essere solo il primo passo di una lunga serie.
Non viene infatti alleviata in alcun modo la pressione fiscale – che resta ferma al 43% del Pil – per la quale sembra che la situazione sia destinata a rimanere invariata per almeno sei anni.
Su questo fronte è assolutamente necessario, in estrema sintesi, un maggiore impegno da parte del Governo perché gli imprenditori possano avere la forza economica necessaria per sfidare il mercato. Come non condividere queste posizioni?!