La new economy si prende la rivincita sul conformismo

di Giuseppe Goglio

Pubblicato 20 Dicembre 2007
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:44

Lo scoppio della bolla che all’inizio del secolo si è portato dietro buona parte delle aziende della new economy, ha contribuito ad accantonare definitivamente diversi principi e strategie allora considerate all’avanguardia, a favore di una rivalutazione di modelli aziendali consolidati nel tempo.

Se da una parte – però – è emerso abbastanza facilmente che modelli di business per buona parte basati su una “e” aggiunta prima o un “.com” (inserito dopo la ragione sociale) non potevano durare a lungo, dall’altra ci sono anche aspetti che forse meritavano maggiore attenzione.

In Europa, e soprattutto in Italia, certi modelli aziendali che oltreoceano hanno caratterizzato la new economy sono stati bruscamente accantonati in toto, in quanto considerati controproducenti.

Qualche anno fa, per esempio, faceva notizia e-tree, l’azienda che aveva messo a disposizione dei propri dipendenti un ambiente di lavoro decisamente informale: oltre a non imporre alcuno codice nell’abbigliamento, impiegati e collaboratori avevano a disposizione una vera e propria sala relax, con tanto di giochi di società , poltrone e quant’altro. Oltre a un’attrezzatura completa per la preparazione dei pasti secondo i propi gusti. All’esterno, infine, campi da basket e calcetto.

Tutte cose che sembrano appartenere a un mondo ormai lontano, come un esperimento finito male, oggi sono invece improvvisamente tornate alla ribalta. Sono ormai in pochi a mettere in dubbio la validità  del modello di business di un’azienda come Google. Più raramente invece, si sente parlare di Google come organizzazione.

Quanto emerge però dalla recente classifica di Great Place to Work, pubblicata anche su PMI.it, per certi versi sembra proprio un ritorno al passato. Una sorta di rivincita nei confronti di chi aveva fatto di tutta un’erba un fascio e dato ormai per defunti certi modelli imprenditoriali.

E le dichiarazioni dell’azienda la dicono lunga su come sia possibile combinare capacità  ed esigenze di business con la gratificazione dei dipendenti. Questo infatti dichiara Google Italia

“Nella società  viene data molta attenzione alla qualità  dell’ambiente di lavoro; non esistono codici di abbigliamento imposti, i dipendenti possono ordinare il proprio pranzo online a carico dell’azienda e usufruire di due cucine per snack e bevande. Gli uffici dispongono inoltre di un’area ricreativa dove potersi rilassare su vibro-chair, giocare a calcio balilla o con la console di turno. A questo si aggiungono gli incentivi che l’azienda fornisce mensilmente per agevolare i trasporti dei propri dipendenti (bonus transportation, una bicicletta aziendale), incentivarli a fare attività  fisica (bonus gym), sostenere le spese per la connessione Internet a casa (bonus Internet) e così via”

Forse, un esempio da seguire per tante aziende preoccupate prima di tutto dell’immagine e di far valere le gerarchie.