Rinnovabili, futuro roseo e ricavi in crescita per le PMI cleantech

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 4 Settembre 2012
Aggiornato 13 Marzo 2014 12:45

Ricavi in crescita per le imprese cleantech che puntano alle fonti rinnovabili e alla sostenibilità ambientale: i risultati dell'indagine IBR condotta a livello mondiale.

Per le imprese che guardano alle fonti rinnovabili e alla sostenibilità ambientale si prospetta all’orizzonte un futuro roseo dal punto di vista dello sviluppo e dell’espansione. Ben il 68% delle PMI cosiddette cleantech, infatti, prevedono di incrementare i propri ricavi nel corso dei prossimi 12 mesi. Un risultato atteso allo stesso modo solo dal 52% delle imprese “non cleantech”.

Sul fronte dell’aumento degli utili il divario si assesta 62% delle cleantech con il 38% delle altre, mentre il 79% delle cleantech  prevede di aumentare lo stipendio dei propri dipendenti nei prossimi 12 mesi contro il 68% delle imprese degli altri settori.

A registrare questo gap tra le imprese che puntano alle fonti rinnovabili e quelle che non lo fanno è stato il Grant Thornton International Business Report, una indagine condotta tra 3000 PMI quotate e attive nei diversi settori a livello globale. Ne è emerso un settore, quello delle energie pulite, maturo e con buoni tassi di crescita (fatti registrare negli ultimi anni) oltre che con un alto potenziale per i 12 mesi a venire.

Le imprese cleantech dimostrano infatti di guardare oltre il breve periodo manifestando la volontà di investire nella crescita a lungo termine: il 52% degli imprenditori ha dichiarato di voler incrementare la spesa per ricerca e sviluppo nei prossimi 12 mesi, il 51% per impianti e macchinari.

Tra i fattori che maggiormente bloccano lo sviluppo del proprio business, il 41% delle imprese cleantech indica la burocrazia (contro il 34% per le imprese degli altri settori). A frenare la crescita, secondo il 38% delle cleantech e il 48% delle altre c’è la mancanza di lavoratori qualificati.

«I dati registrati dall’ultimo International Business Report sono confortanti perché dipingono, come auspicabile, lo stato dell’arte di un settore promettente che si rivela all’altezza degli investimenti e degli sforzi in research&development impiegati da molte economie, emergenti e non», ha dichiarato Stefano Salvadeo, partner Studio Bernoni Professionisti Associati, member firm di Grant Thornton International Ltd.

«Quello del cleantech è un settore in continua evoluzione: gli studiosi ricercano nuove tecnologie da applicare alle fonti energetiche per poterne sfruttare al meglio il potenziale, come nel caso dell’energia marina che avrà in futuro un ruolo sempre più centrale. Senza contare che molti Paesi nel mondo hanno piani di sviluppo energetico per i prossimi decenni, come l’India che ha annunciato di voler raddoppiare fino a 55.00Mw la produzione di energia da fonti pulite entro il 2017», ha continuato Salvadeo.

Nathan Goode, responsabile cleantech globale di Grant Thornton, ha fatto notare come «l’incertezza economica globale sta pesando sulle prospettive di crescita a breve termine, ma i dati suggeriscono che le imprese dinamiche nel settore cleantech sono decise a investire in piani di crescita ambiziosi per accrescere la competitività».