PMI sostenibili: criteri e best practice

di Anna Fabi

12 Settembre 2019 11:00

Le best practise riferite al processo di valutazione ESG (ambiente, sociale e governance) delle PMI secondo l'analisi effettuata da ALTIS ed Equita.

Si pone l’obiettivo di definire insieme le best practice della sostenibilità per le PMI italiane, la partnership sottoscritta ad inizio anno tra ALTIS (Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore) e Equita, l’Investment Bank indipendente italiana, partner di riferimento per le imprese italiane e gli investitori istituzionali. Le due realtà sono andate ad indagare i criteri ESG nelle policy aziendali, ovvero quei criteri economici, sociali e di governance che permettono di valutare in modo più completo eventuali opportunità di investimento e il rischio di un’azienda.

=> Sostenibilità oggi vuole dire successo: ecco le basi

Rating ESG nelle PMI

La novità più importante è il focus sulle piccole e medie imprese, diversamente da quanto fatto finora dalle agenzie di rating non finanziario, per lo più concentrate sull’approccio alla sostenibilità delle società di grandi dimensioni.

Il campione di imprese preso in considerazione da ALTIS ed Equita è stato coinvolto attivamente al fine di individuare una serie di parametri condivisi in ambito ESG. In base ai dati così raccolti di sta cercando di sviluppare un modello di comportamento raccomandato per le tematiche di sostenibilità, che consenta di valutare le PMI a partire da questi criteri.

=> L’ambiente è un business: la sostenibilità conviene

Secondo quanto emerso finora, dal questionario inviato a 36 aziende quotate con capitalizzazione compresa tra 250 milioni e 4 miliardi di euro, le piccole e medie imprese italiane devono comunicare di più sui temi della sostenibilità e le agenzie di rating devono tarare gli standard ESG sulle caratteristiche delle PMI italiane.

Tra le criticità emerse con riferimento al processo di valutazione ESG per le PMI ci sono le difficoltà di interazione con le agenzie di rating, i cui giudizi sono percepiti dalle aziende come non coerenti con quanto fatto in termini di sostenibilità, e quelle legate alla mancata formalizzazione dei presidi ESG da parte delle PMI che non dispongono di policy formali e pubbliche, ovvero quelle prese in considerazione dalle grandi agenzie di rating.

Secondo la ricerca, anche solo migliorando la comunicazione sulle policy e valorizzando le attività legate al processo di valutazione ESG per valorizzare gli aspetti più sociali delle PMI, si otterrebbe un incremento del punteggio dell’11% in media per il rating ESG.