Nel 2023 si potrà andare in pensione con la cosiddetta Quota 41 ibrida, ossia con una soglia anagrafica di 62 anni. Di fatto sarà una Quota 103.
La Riforma Pensioni invece slitta al 2024, con l’obiettivo di superare la Legge Fornero ed arrivare progressivamente ad una Quota 41 secca, senza requisito anagrafico, entro il 2026. Nel frattempo si adotteranno le consuete quote flessibili.
Debutto pensione Quota 103
In Legge di Bilancio ci sarà la nuova Quota 103 per andare in pensione a 62 anni con 41 anni di contributi. In Manovra anche il prolungamento di un anno per APE Sociale e Opzione Donna.
Nuove uscite anticipate per due anni
Dal 2024, il Governo prevede di continuare ancora un paio d’anni con il sistema delle quote per la flessibilità in uscita, prima di arrivare alla riforma pensioni vera e propria.
Allo studio ci sarebbero infatti alcune nuove forme di uscita a 62 anni, che prevedano la penalizzazione rapportata agli anni anticipati oppure al ricalcolo contributivo dell’intero assegno. Sarebbe l’Opzione Uomo già teorizzata nelle scorse settimane.
Riforma Pensioni con superamento Fornero
La riforma strutturale studiata dal Governo prevede anche la separazione della previdenza dall’assistenza, l’adozione di sconti contributivi per la pensione delle lavoratrici madri, nuove forme d riscatti laurea agevolato per i giovani e, nel futuro, una rivalutazione del meccanismo che adegua i requisiti pensionistici alle aspettative di vita.
Per i lavoratori addetti a mansioni gravose e usuranti spunta anche l’ipotesi di ampliare la platea dei beneficiari. Così come sembra tornare in auge la proposta di incentivi (esonero INPS integrale in busta paga) per ritardare la pensione, almeno per alcuni settori. Possibile anche una stretta sulle pensioni d’oro se non corrispondono a contributi effettivamente versati.
Sullo sfondo, un sistema di incentivazione della previdenza complementare, con una tassazione fortemente agevolata e ipotesi di “silenzio-assenso” per destinarvi il TFR.