Il Made in Italy diventa legge a tutela delle Pmi

di Noemi Ricci

19 Marzo 2010 12:00

Approvata all'unanimità dalla commissione Attività produttive della Camera la legge sul Made in Italy che incontra la soddisfazione di tutti, organizzazioni imprenditoriali comprese. Ora manche solo l'approvazione Ue

Approvato all’unanimità il provvedimento che fa diventare legge il Made in Italy. La commissione Attività produttive della Camera si è riunita in questi giorni in sede deliberante, arrivando ad una decisione che vede la soddisfazione delle organizzazioni imprenditoriali, oltre che di tutti i componenti della commissione.

Una legge che il presidente Andrea Gibelli ha definito “storica”, uno strumento particolarmente atteso in questi anni e un primo tassello di un percorso che ha un valore “bipartisan”.

Una legge che dà voce alle Pmi italiane, realtà che da sempre sono il fulcro dell’economia e della qualità del nostro paese senza però avere essere garantite dalla forza di un marchio.

Questo provvedimento, inoltre, mettendo tutti d’accordo dimostra che lavorare in modo trasversale è possibile, nel nome delle buone idee.

Le organizzazioni imprenditoriali, tra le quali Confindustria, hanno dimostrato apprezzamenti per la legge, ritenendo il made in Italy una priorità assoluta. Soddisfatti in particolar modo per la parte che prevede una notifica alla Ue delle disposizioni prima che esse divengano efficaci, e auspicano che la notifica a Bruxelles venga effettuata al più presto.

Le Pmi italiane da oggi possono contare su uno strumento che permetterà ai consumatori di riconoscere l’origine e la qualità dei prodotti, grazie all’etichetta obbligatoria, e alle imprese di essere più competitive a livello internazionale. Un diritto che giunge quanto mai tempestivo in questa fase congiunturale difficile.

Ricordiamo però che la legge, che per ora riguarda solo tre settori (tessile, pelletteria e calzaturiero), prima dell’entrata in vigore, prevista per il 1° ottobre 2010, dovrà superare un ultimo ostacolo: l’approvazione della sua compatibilità con le normative Ue.