Un fondo d’integrazione salariale per tutti

di Chiara Basciano

Pubblicato 15 Giugno 2015
Aggiornato 30 Giugno 2015 11:22

Le disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro in attuazione del Jobs Act.

Approvate dal Consiglio dei Ministri n.67/2015 le disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro (decreto legislativo – esame preliminare). Si tratta del Dlgs attuativo della delega di riforma degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro in attuazione nel Jobs Act (articolo 1, commi 8 e 9 della legge 10 dicembre 2014, n. 183, recante ”Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell’attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, vita e di lavoro”).

=> Riforma Lavoro: i nuovi decreti attuativi

Le disposizioni contenute nel decreto riguardano:

  • disposizioni comuni alle integrazioni salariali ordinarie (CIGO) e straordinarie (CIGS);
  • disposizioni in materia di CIGO;
  • disposizioni in materia di CIGS;
  • disposizioni in materia di fondi di solidarietà.

Fondi di solidarietà bilaterali

Riforma degli ammortizzatori sociali: cassa integrazione estesa a tutte le imprese, per quelle lasciate fuori dalle integrazioni salariali, ordinarie e straordinarie, vengono previsti fondi di solidarietà bilaterali – introdotti dalla riforma Fornero (legge n. 92/2012) e da costituire/adeguare entro fine anno – oltre al fondo di solidarietà residuale già operativo presso l’INPS. Quest’ultimo dal 1° gennaio 2016 cambierà denominazione in Fondo di Integrazione Salariale, sarà soggetto a una nuova disciplina e sarà operativo per tutti i datori di lavoro con più di cinque dipendenti, e non più 15.

Estensione degli ammortizzatori

Le integrazioni salariali vengono dunque estese anche a 1.400.000 soggetti che finora erano esclusi, come i collaboratori, con indennità Dis-Coll, e gli apprendisti, a patto che abbiano un contratto professionalizzante (con la conseguente estensione degli obblighi contributivi).

=> Jobs Act, cassa integrazione per le PMI

Aliquote sulle imprese

L’estensione degli ammortizzatori sociali a tutti avrà però un costo che, secondo le previsioni del Jobs Act, va a pesare in misura maggiore su chi ne fa ricorso invece che sulla generalità dei datori di lavoro. Si tratta di un meccanismo definito “chi usa di più paga di più” che va a responsabilizzare le imprese attraverso le aliquote del contributo d’uso (contributo addizionale). Viene infatti previsto un contributo addizionale del 9% della retribuzione persa per i periodi di cassa (cumulando CIGO, CIGS e contratti di solidarietà) sino a un anno di utilizzo nel quinquennio mobile; del 12% sino a due anni e del 15% sino a tre.

Durata massima

Viene rivista la durata massima complessiva delle integrazioni salariali: per ciascuna unità produttiva, il trattamento ordinario e quello straordinario di integrazione salariale non potrà superare la durata massima complessiva di 24 mesi in un quinquennio mobile (36 mesi in caso di contratti di solidarietà).

=> Riforma ammortizzatori: NASpI per 24 mesi

Meccanismi di condizionalità

Vengono introdotti meccanismi di condizionalità concernenti le politiche attive del lavoro, ovvero i lavoratori beneficiari di integrazioni salariali per i quali è programmata una sospensione o riduzione superiore al 50% dell’orario di lavoro sono convocati dai centri per l’impiego per la stipula di un patto di servizio personalizzato.

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