Gestione e recupero dati su Solid State Disk

di Alessia Valentini

Pubblicato 25 Giugno 2012
Aggiornato 10 Giugno 2014 09:10

Prevenire è meglio che curare: strategie di business continuity e disaster recovery per prevenire il difficile recupero dei dati in caso di storage su SSD.

In azienda, il rischio di perdita di dati archiviati su schede di memoria flash, Hard Disk Drive (HDD) e Solid State Drive (SSD) è sempre in agguato.

Le tecniche di data recovery (recupero dati) non sempre sono banali, soprattutto nel caso degli SSD, e a complicare ulteriormente il processo di data recovery intervengono anche le problematiche di progettazione proprietaria.

Rispetto agli HDD che memorizzano i dati in modo lineare – dal bordo esterno concentricamente verso il centro – lo storage su memoria flash è più dinamico, poiché se un blocco di celle di memoria è costantemente scritto si usura rapidamente.

Le complicazioni degli SSD nascono dalla loro architettura, che solitamente consta di un chip di memoria flash e di un flash controller chip, un microprocessore veramente complesso che non solo gestisce il flusso di dati in entrata e in uscita dal dispositivo ma che controlla anche come i dati sono scritti nei chip flash.

Per gestire la durata della memoria flash, il chip controller applica un processo chiamato wear-leveling  o di bilanciamento dell’usura. Ad esempio, se un file viene copiato su SSD senza essere modificato o spostato per un certo periodo di tempo, il controller riprogramma con i dati un’altra zona di memoria flash; successivamente, l’area originale viene cancellata per impedire alle celle di rovinarsi.

Pertanto, i dati sono in un costante movimento e nel momento del recupero il chip non sa più dove siano i dati: questo nel caso semplice. Con la presenza di due chip – con informazioni distribuite per migliorare le prestazioni –  i produttori possono complicare il processo utilizzando cifrature dei dati proprietarie.

Tutto questo rende il recupero dei dati mission critical e giustifica il ricorso ad ogni mezzo preventivo che possa evitare di doversi calare in questo dedalo.

Se il flash controller chip del dispositivo diviene inutilizzabile a causa di un danno, allora recuperare i dati significa rimuovere i chip di memoria flash e procedere con una estrazione grezza dei dati (raw).
Si tratta di una procedura che richiede tempo, competenze e strumenti, senza contare che i chip controller richiedono l’utilizzo di strumenti e software ad hoc a seconda della casa produttrice. Persino i dispositivi realizzati dallo stesso costruttore utilizzano una varietà di protocolli differenti per la trasmissione e gestione dei dati.

Si consideri che finora non sono ancora stati toccati i dati per tentare il recupero!

E allora, poiché prevenire è sempre meglio che curare, ogni azienda che valuti il passaggio ai sistemi SSD come metodo primario di storage dovrebbe definire strategie di business continuity e disaster recovery.

Per recuperare i dati aziendali, qualora dovesse presentarsi il problema, è inoltre utile rivolgersi a professionisti specializzarsi piuttosto che affidarsi al fai-da-te considerata l’oggettiva difficoltà di procedere.