La sicurezza informatica è un tema sempre più centrale nel contesto dei servizi on-line e il recente caso Sony ne è la conferma. L’attacco condotto contro i server della casa giapponese ha sfruttato le vulnerabilità del PlayStation Network e del Sony Online Entertainment, colpendo le informazioni di oltre 100 milioni di utenti.
Un colpo importante, che ha avuto ripercussioni significative sull’azienda, soprattutto a causa della mancata individuazione dei colpevoli.
Per questa ragione, per poter giungere il prima possibile al rintracciamento degli hacker, Sony avrebbe deciso di reclutare un ex agente speciale della US Naval Investigative Service per lavorare a fianco degli esperti di sicurezza di Guidance Software and Protiviti. Questo in parallelo con le indagini realizzate dall’FBI, che seguono un percorso separato.
Per il momento la pista maggiormente battuta individuerebbe nella Malesia il paese di origine degli attacchi, ma i server malesi potrebbero essere stati semplicemente usati come tramiti.
Ancora la verità è lontana, mentre le class action d’oltreoceano sono già partite. Ad esempio uno studio legale canadese ha ne ha appena avviata una da un miliardo di dollari per violazione delle privacy, mentre il senatore del Connecticut Richard Blumenthal ha scritto a Sony, chiedendo quanti conti di carte di credito sono stati compromessi durante l’attacco e che porterà avanti un’indagine per chiarire se esistano gli estremi per cause civili o penali.