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PMI sulla strada del Cloud

di Anna Fabi

Pubblicato 21 Maggio 2018
Aggiornato 19:09

Gianni Anguilletti, Regional Director di Red Hat, ci spiega come le aziende stanno migrando al Cloud adottando un modello di IT bimodale.

Il cloud consente alle aziende di sfruttare le proprie capacità IT in modo agile e orientato alle proprie necessità, assicurando vantaggi quali elevata flessibilità e scalabilità. È un trend che non dà segni di indebolimento e che aiuterà le piccole e medie imprese a restare competitive. Nello specifico, secondo Gartner, il futuro dell’IT è “bimodale”.

Gli analisti ritengono infatti che, in futuro, la maggior parte delle aziende utilizzerà architetture IT basate su un insieme di modelli di processo tradizionali e agili. L’IT bimodale prevede due metodi differenti, ossia un “IT a due velocità”:

  • IT operativo tradizionale e sicuro (Modalità 1)
  • progettazione IT non lineare e agile (Modalità 2)

Le applicazioni scalabili tradizionali contenenti dati strategici vengono eseguite in Modalità 1, mentre i modelli applicativi agili e scalabili della Modalità 2 vengono utilizzati per rispondere velocemente ai nuovi requisiti aziendali. L’approccio all’IT bimodale è già diffuso nel settore cloud; in particolare le grandi aziende utilizzano questa infrastruttura IT, in parte ospitata nel proprio data center o in un cloud privato (Modalità 1) e in parte in un cloud pubblico (Modalità 2).

L’uso simultaneo dell’infrastruttura interna è spesso richiesto perché molte applicazioni non sono adatte a un utilizzo nel cloud pubblico, o non possono essere ‘esportate’ per motivi di sicurezza, compliance o normative di protezione dei dati.

Il cloud ibrido ha dimostrato di essere il punto di partenza ideale per molte aziende, in quanto può supportarle per ottenere il massimo dal cloud pubblico e privato. Inoltre, un cloud ibrido che contenga risorse on e off-premise offre il meglio di entrambi i mondi: il contenimento dei costi del cloud pubblico e la flessibilità di quello privato per soddisfare i requisiti di business in aree quali l’auditing, il risk management e la gestione delle policy. Tuttavia, l’implementazione di un cloud ibrido non è un processo semplice.

Molte imprese oggi stanno procedendo con una strategia multi-sourcing, affidando in outsourcing singoli segmenti IT a molteplici fornitori specializzati in uno specifico servizio.

Da un punto di vista tecnologico, è necessario ricordare che le soluzioni cloud sono basate su standard aperti. Una recente indagine Red Hat ha dimostrato che la piattaforma OpenStack assume un’importanza rilevante nello sviluppo di infrastrutture cloud. La ricerca ha infatti evidenziato che il 75% degli intervistati sta pianificando di utilizzare OpenStack per progetti cloud. Le motivazioni principali per la sua introduzione sono state: la distribuzione più rapida dei servizi (77 per cento), la riduzione dei costi IT operativi (52 per cento) e una maggiore flessibilità dell’infrastruttura (44 per cento).

Nella scelta del cloud è importante ricordare che il controllo strategico dell’IT deve essere sempre mantenuto in-house, anche quando si opta per l’outsourcing, in particolare quando si tratta di applicazioni business critical, e che le aziende hanno il dovere di soddisfare tutti i requisiti di gestione del rischio quando esternalizzano l’IT o i processi di business. Per questo è fondamentale esaminare con attenzione il luogo in cui saranno archiviati i dati, la tipologia di backup e le opzioni di accesso fornite dal provider.

L’impiego di modelli di IT bimodale incrementerà l’importanza del cloud. Molte grandi aziende hanno già intrapreso questo percorso e, per continuare a essere innovative e competitive, è fondamentale che anche le piccole e medie imprese accedano a risorse cloud pubbliche che consentono loro di rispondere in modo rapido e flessibile all’evoluzione del mercato.