Vuoi adottare una spiaggia sarda? Vai su Facebook

di Marina Mancini

16 Dicembre 2008 17:00

Per salvaguardare le spiagge sarde la Conservatoria delle coste crea un gruppo sul più noto social network

Impazza la moda di Facebook ed ora si adottano anche le spiagge sul più noto dei social network. L’idea è di Alessio Satta, direttore della Conservatoria delle Coste della Sardegna che lancia l’iniziativa creando un gruppo su Facebook.

L’adozione consiste non solo in senso affettivo ma anche pratico: attraverso il gruppo infatti è possibile segnalare abusi, organizzare modalità per tenerla pulita e inviare foto.

Nata nel corso dell’ultimo Coast Day che si è svolto ad ottobre nelle Saline del Molentargius a Cagliari, «l’idea – spiega il direttore della Conservatoria delle coste – è strettamente legata alla campagna di sensibilizzazione delle coste che si e’ svolta in tutta l’Isola la scorsa estate».

Sensibilizzare gli utenti ad un uso sostenibile della spiaggia era il principale obiettivo che muove l’iniziativa, ma il crescente numero degli iscritti al gruppo su FB, che ad oggi sono oltre 200, ha fatto sì che si potessero raccogliere numerose idee e proposte.

L’idea degli organizzatori è di dar vita a forum, concorsi fotografici e video. Il materiale prodotto verrà inserito nell’ambito del prossimo Coast Day.

Attualmente gli iscritti al gruppo possono mandare le foto della spiaggia amata, segnalare abusi ed illeciti, e prendersi cura del litorale organizzando gruppi di pulizia e passeggiate di gruppo.

Tra le spiagge di cui si discute nel gruppo “Adotta una spiaggia sarda” l’arenile più gettonato è il Poetto di Cagliari, segue subito Chia, nel cagliaritano, Scivu e Piscinas, nel Sulcis.

E ancora Iglesiente, le Bombarde di Alghero (Sassari), San Pietro a Mare a Valledoria, Stintino (Sassari), la Cinta a San Teodoro (Olbia Tempio). Tutti vogliono adottarle e tra queste c?è anche Is Arutas, spiaggia che recentemente è stata al centro di un eco scandalo con la Commissione Europea che ha portato il nostro Paese davanti alla Corte di giustizia del Lussemburgo per violazione della direttiva europea per la conservazione degli habitat della flora e fauna selvatiche.

Causa dello scandalo la costruzione di un campo da golf che avrebbe modificato le caratteristiche ecologiche della zona.