In un anno, solo in Italia, ogni cittadino consuma 300 buste di plastica non biodegradabili, assicurando così al nostro paese la maglia nera dell’Unione europea.
Legambiente ha perciò lanciato una petizione online per abolirne l’uso, che provoca la morte di milioni di pesci, balene, delfini, tartarughe e altri animali. Le buste di plastica, purtroppo, finisco in mare molto più spesso di quanto non si possa immaginare. Il programma per la tutela dell’ambiente delle Nazioni unite, (UNEP – United Nations Environment Programme) stima in un milione il numero di uccelli marini uccisi proprio dai sacchetti che rimangono intatti per tantissimi anni senza subire degradazione. Frammenti di plastica sono stati trovati perfino nei nidi degli albatros in remote isole dell’Oceano Pacifico.
In nome del rispetto per l’ambiente dell’Italia e del Pianeta, Legambiente ha oggi presentato la sua iniziativa accompagnata da tutti i numeri sulle buste di plastica e i danni che procurano alle specie viventi. Gli “shopper“, ad esempio, si usano solo per poche ore, anche se si riutilizzano per i rifiuti domestici, ma sono un danno quasi eterno: un sacchetto resta nell’ambiente anche per secoli, da un minimo di 15 anni a un massimo di 1000 anni secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente. Ci sono poi problemi di tossicità: nella stampa dei sacchetti sono spesso utilizzati coloranti cancerogeni e metalli come additivi che vengono rilasciati nell’ambiente per poi riconcentrarsi negli organi interni delle specie, esseri umani compresi.
«I primi 1.500 cittadini che hanno firmato sul web – ha detto Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente – non chiedono solo a governo e negozi di decretare la fine dell’inutile orgia di plastica “a perdere”, ma si impegnano individualmente a farne personalmente a meno».
La petizione può essere sottoscritta sia su www.legambiente.it sia su www.puliamoilmondo.it. Firmandola si chiede al ministro dell’Ambiente di impegnarsi a non prorogare ulteriormente, oltre il 31 dicembre 2010, il divieto di commercializzazione di sacchi non biodegradabili non rispondenti ai criteri fissati dalla norma tecnica comunitaria EN 13432. «Ci auguriamo fortemente che la messa al bando dei sacchetti non biodegradabili su tutto il territorio nazionale non venga ulteriormente prorogata – ha detto il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – già sarebbe dovuta scattare dal 1 gennaio 2010 ed è stata rimandata di un anno».