Dai fondi di sviluppo alle ICT

di Stefano Pierini

30 Ottobre 2007 09:00

FESR, FES e POR: i fondi di sviluppo europei e regionali devono essere sfruttati al meglio dalla PA, per il miglioramento del territorio e dei rapporti con aziende e cittadini

I fondi strutturali del FESR costituiscono un’ottima opportunità per le PA, che dev’essere però sfruttata nel migliore dei modi. Il fondo delinea investimenti in funzione della classificazione territoriale della Regione, che ha utilizzato su dati ISTAT 2001, una modellizzazione in 5 aree che a seconda dell’intensità abitativa e posizione geografica va dai poli urbani (i capoluoghi di provincia) alle zone rurali con problemi di sviluppo.

Nell’ambito dell’ICT lo specifico asse si concentrerà a livello di imprese per la diffusione di modelli di innovazione aziendale, con la massima concentrazione finanziaria nelle aree industriali dove risiede il 42% della popolazione. Un’ulteriore azione avrà come scopo lo sviluppo e la diffusione delle telecomunicazioni a banda larga di tipo wired e wireless a servizio delle PMI, oltre al rinnovo dell’organizzazione della Pubblica Amministrazione, mediante una reingegnerizzazione dei processi di interfaccia con l’utente, onde velocizzare i servizi e contenere i costi. In quest’ottica vanno inquadrati la nascita di vari consorzi sia a livello di società partecipate, sia la creazione di Unioni di Comuni per progettare in forme sinergiche interventi, servizi e marketing territoriale. Per questa seconda linea di intervento le risorse andranno essenzialmente alle aree rurali a bassa intensità abitativa: nel caso della Regione Marche saranno interessati 131 comuni.

Entrando nel dettaglio degli obiettivi e delle specifiche attività con particolare riferimento all’ente pubblico, ricordiamo che gli interventi del Programma Operativo si situano in territori delle aree interne ove la redditività degli investimenti è scarsamente remunerativa per un capitale privato. Pertanto lo sviluppo dell’ICT avverrà in tempi medio-lunghi e bisognerà far leva anche su un cambiamento culturale, attraverso un sostegno alle PMI nel campo della ricerca applicata e nel ricambio generazionale. Quest’ultimo intervento è di competenza del FSE (il cui POR è in attesa di approvazione comunitaria) ma del tutto complementare all’efficacia dell’impatto delle nuove tecnologie della comunicazione.