Smart working PA per fragili con accordo individuale: anche tutti i giorni?

Risposta di Barbara Weisz

3 Gennaio 2024 10:27

Ciro chiede:

Vista la nuova Direttiva Zangrillo, posso chiedere come fragile il lavoro agile per 5 giorni su 5 con accordo individuale?

La direttiva ministeriale va nella direzione di consentire lo svolgimento del lavoro in modalità agile anche in modalità estesa nel Pubblico Impiego.

Non necessariamente per l’intero orario di lavoro, come mi pare lei voglia chiedere, ma sicuramente «derogando al criterio della prevalenza dello svolgimento della prestazione lavorativa in presenza».

Ora, il provvedimento non prevede in automatico il diritto al lavoro agile per i fragili nella PA, del resto non rinnovato (contrariamente a quanto successo nel privato, dove alla fine è arrivata la proroga al 31 marzo 2024).

La Direttiva Zangrillo si inserisce in un quadro normativo in cui non è previsto il diritto allo smart working per i lavoratori fragili, tuttavia sensibilizza «la dirigenza delle amministrazioni pubbliche ad un utilizzo orientato alla salvaguardia dei soggetti più esposti a situazioni di rischio per la salute, degli strumenti di flessibilità che la disciplina».

Questo, attraverso accordi ad personam, ossia individuali, tra il lavoratore e la sua amministrazione, previa documentazione comprovante la situazione di rischio ed a condizione che l’ente reputi di poter gestire la richiesta nell’ambito dell’organizzazione interna. Insomma, la decisione è demandata al dirigente responsabile.

In ogni caso, l’avallo ministeriale è pieno.

Si evidenzia infatti «la necessità di garantire, ai lavoratori che documentino gravi, urgenti e non altrimenti conciliabili situazioni di salute, personali e familiari, di svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile, anche derogando al criterio della prevalenza dello svolgimento della prestazione lavorativa in presenza».

Quindi, mi pare che a fronte di una richiesta documentata, il datore di lavoro pubblico sia chiamato a consentire lo smart working.

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Risposta di Barbara Weisz