S&P declassa le banche italiane

di Barbara Weisz

26 Aprile 2010 12:30

L'agenzia di rating abbassa il giudizio su molti istituti. Ma l'outlook delle banche più importanti è stabile, segno che la situazione patrimoniale del sistema del credito è solida. I dettagli del report di S&P

Le banche italiane nel prossimo biennio registreranno perdite non indifferenti sui crediti. La ripresa economica debole e le peculiarità del tessuto economico del paese porteranno gli istituti di credito a registrare perdite creditizie pari al 3,8% dei prestiti entro il 2011, che in termini assoluti significa circa 59 miliardi di euro. La previsione è firmata da Standard & Poor’s e, bisogna, dirlo, non ha destato grandi reazioni sui mercati. I titoli delle banche segnano un andamento generalmente positivo, anche perchè il mercato ha con ogni probabilità già scontato da tempo le conseguenze della recente crisi sugli istituti anche per il prossimo biennio.

Il report dell’agenzia di rating non contiene nuove notizie che possano suonare allarmanti. «Nel 2010 e nel 2011 il sistema bancario, nel suo complesso, resterà in utile», sottolineano gli analisti di S&P. Ma il livello dei risultati sarà coomunque modesto «perchè le perdite creditizie assorbiranno gran parte del reddito operativo e impediranno ad alcune banche di tornare al profitto».

Si tratta di un chiaro effetto della crisi finanziaria scoppiata nel 2008. E, sebbene l’Italia abbia retto molto meglio di altre economie europee nel momento peggiore, ora è destinata a soffrire. La ripresa nei prossimi anni sarà infatti debole, e il tessuto produttivo italiano è molto legato ai finanziamenti del sistema bancario. Buona parte della debolezza dei prestiti nel biennio prossimi dipenderà proprio dal mondo delle imprese. Sono considerati particolarmente a rischio i prestiti concessi alle piccole e medie aziende.

Tutte queste considerazioni hanno portato l’agenzia a una serie di azioni di rating sulle banche. Sono stati abbassati i giudizi su IntesaSanpaolo e Mediobanca, entrambi portati al livello “A+/A-1” dal precedente “AA-/A-1+” perchè gli istituti sono ritenuti «vulnerabili alle deboli prospettive economiche domestiche». Ma c’è anche una buona notizie, che riguarda l’outlook, diventato stabile (mentre era negativo), in considerazione del fatto che la situazione finanziaria delle due banche offra «protezione sufficiente contro possibili incertezze della fragile ripresa economica italiana».

Il rating di Unicredit è confermato a “A/A-1” con outlook stabile, ma l’istituto di Piazza Cordusi aveva già subito un dowgrade nei mesi scorsi, cosi’ come il Monte dei Paschi di Siena, che pure in questo report ha visto il giudizio confermato.
In totale, sono 18 le banche che hanno subito un downgrade sul fronte della qualità del credito: oltre alle due citate, Banca Imi, Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo (BIIS), Cassa di Risparmio di Bologna, Banca Fideuram, Compagnie Monegasque de Banque SAM, Banca Popolare di Vicenza, Cariprato, Iccrea Holding, Iccrea Banca, Banca Agrileasing, Cassa centrale-Banca Credito Cooperativo del Nord Est, Cassa Centrale Raiffeisen dell’Alto Adige, Cassa di Risparmio di Cento, Banca Carim, Banca Valsabbina, Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo. Ha invece subito un abbassamento dell’outlook, da stabile a negativo, l’Unione di Banche Italiane. Per tutti gli altri istituti, giudizi confermati.