Crisi greca, verso l’uscita dal tunnel

di Barbara Weisz

29 Aprile 2010 14:30

Sui mercati torna il sereno, scendono i tassi sui bond greci. Atteso nel weekend il via libera agli aiuti ad Atene. Bene l'asta italiana

Il momento peggiore della tempesta sembra superato. Oggi hanno tirato un sospiro di sollievo un po’ tutti: i mercati finanziari, con gli indici tornati in positivo, quelli valutari, con l’euro che ha tentato a più riprese una risalita dopo le cadute dei giorni scorsi, i titoli di stato.

L’ok della Germania al piano di aiuti alla Grecia è stato forse l’elemento che maggiormente ha contribuito a calmare i mercati, mentre l’abbassamento del rating al debito spagnolo da parte di S&P comunicato ieri, dopo la reazione a caldo, non desta preoccupazioni paragonabili a quelle sulla Grecia. Il rischioo contagio, insomma, sembra contenuto.

Il punto fondamentale della vicenda resta il piano di aiuti alla Grecia, e questo è il nodo che nelle ultime ore, fra ieri e oggi, sembra essersi sbrogliato. I tempi sono importantissimi, sia per calmare la fibrillazione dei mercati sia in vista della scadenza del prossimo 19 maggio, giorno in cui scade un prestito da nove miliardi di titoli di stato greci, che il paese ellenico ha già detto di non poter affrontare indebitandosi nuovamente sui mercati.

«Ogni giorno perso è un giorno in cui la situazione peggiora», ha dichiarato ieri il numero uno del Fmi Dominique Strauss Kahn. La missione sua e del numero uno della Bce, Jean Claude Trichet, a Berlino ha prodotto un risultato decisivo incassando il primo via libera della reticente Germania al piano.

Un via libera che si è rinforzato in serata con una telefonata fra il presidente americano Barack Obama e la cancelliera tedesca Angela Merkel servita a sottolineare il sostegno di entrambi al piano Fmi-Ue. Si tratta di un deal da 100-120 miliardi in tre anni. I 45 miliardi (30 dell’Ue e 15 del Fondo) di cui si era parlato fino a qualche giorno fa basteranno solo per il primo anno. Per contro, la Grecia si impegna a una serie di azioni risolute per ridurre il deficit. Per ora non si conosce nel dettaglio quali saranno quelle che il portavoce Giorgio Petalotis ha definito «misure dolorose».

Possibile un aumento dell’Iva, una stretta sulle accise su benzina, alcolici e  tabacco, e non si escludono tagli agli stipendi, magari relativi alla tredicesima e alla quattordicesima mensilità, dei dipendenti pubblici, e altre misure relative al mondo del lavoro.

Quel che sembra certo è che i negoziati fra Grecia Ue e Fmi potranno terminare in questo fine settimana, e già dai primi giorni della settimana prossima potranno quindi sbloccarsi i primi aiuti, anche dalla Germania.

In questo clima, una notizia positiva arriva dall’Italia. Oggi l’asta dei titoli di Stato è andata bene: collocato l’importo massimo della forchetta per i Btp a tre e dieci anni, mentre per i Cct a scadenza 2017 l’emittente ha collocato 1,160 mld a fronte di un’offerta massima di 1,5 mld. Si tratta di un risultato che gli operatori ritengono positivo, su cui erano puntati i riflettori dell’intero pianeta trattandosi della prima emissione periferica dopo i downgrade di ieri.

Da registrare, infine, il dibattito che la situazione continua ad alimentare a livello internazionale. Oggi Trichet ha ribadito l’importanza di un piano utile non solo per Atene ma per l’intera Eurolandia. Scettico, invece, l’economista americano Nouriel Roubini, secondo cui la Grecia non ha un problema di liquidità ma di insolvenza e di conseguenza il salvataggio e “uno spreco di risorse pubbliche” destinato semplicemente a rimandare un problema. L’economista della Ny University teme che la Grecia possa trasformarsi in un’altra Argentina. Fortunatamente, il Fondo Monetario non la pensa come lui.