Grecia nel caos, trema l’Europa

di Barbara Weisz

5 Maggio 2010 13:00

Ribassi ovunque dopo la debacle di ieri. I dati Ue sulla crescita, positivi, non calmano i mercati. Sciopero generale ad Atene

I mercati non riescono a lasciarsi alle spalle le preoccupazioni per la crisi greca. Dopo le debacle di ieri, i listini sono ancora in negativo, ai minimi degli ultimi due mesi. Un po’ di respiro, in mattinata, è arrivato dalle previsioni di primavera dell’Unione Europea, che ha addirittura alzato le stime di crescita per il 2010 dei partner dell’euro (più basse rispetto a quelle del governo, invece, le previsioni per l’Italia, la cui ripresa coumnque è largamento in linea). Gli indici di borsa dopo il report di Bruxelles hanno provato a virare al rialzo, ma a metà seduta sono di nuovo tutti in territorio negativo, con perdite fra 0,5% e 1%.

Questo, dopo che ieri l’Europa ha bruciato 140 miliardi, con ribassi pesanti ovunque (Milano-4,7%, Parigi -3,64%, Francoforte -2,6%, Londra -2,56%) e vere debacle su alcuni listini, come quello greco, -6,68%. Male anche Wall Street, -2,02%. L’euro ha toccato i minimi da un anno, scendendo sotto 1,3 dollari. E continua a soffrire.

A tenere banco, la crisi greca. Si teme che il piano di aiuti da 110 milardi appena deciso da Ue e Fmi non sia sufficiente, e preoccupa il rischio di contagio ad altri paesi. «Ci sono sempre rischi di contagio», ha detto il capo del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn. Ma il premier spagnolo, Luis Zapatero, ha categoricamente smentito di aver in programma una richiesta di aiuti. Lo stesso Straus Kahn ha poi smorzato i toni dicendo che, per esempio, il Portogallo (fra i paesi più deboli) sta prendendo misure, e ha escluso che ci sia un rischio reale per economie forti come «Francia, Germania e altri grossi paesi europei». Tornando alle tensioni spagnole, lo stesso commissario europeo agli affari economici, Olli Rehn, ha precisato che «la Spagna non ha bisogno di alcun tipo di aiuti finanziari come quello offerto alla Grecia_». Mentre, sugli aiuti ad Atene, ci sono le agenzie di rating, fra gli altri, a segnalare il pericolo che il piano Ue-Fmi non sia sufficiente.

Intanto oggi il paese ellenico è praticamente paralizzato dallo sciopero generale. Incrociano le braccia sia i lavoratori pubblici che di quelli del settore privato. Bloccati, aerei, treni, traghetti, chiuse le scuole, gli ospedali, gli uffici, le banche, i negozi. Il paese protesta contro il piano di austerity: la Grecia ha promesso tagli da 30 miliardi in cambio degli aiuti finanziari.

Eppure, i tecnici della Commissione Europea continuano ad essere fiduciosi nella ripresa. Il pil salirà quest’anno dello 0,9%, quindi più dello 0,7% precedentemente previsto, mentre nel 2011 arriverà all’1,5%. Fra gli elementi di freno, la debole domanda interna. L’inflazione è vista all’1,5% nel 2010 e all’1,7% nel 2011, la disoccupazione al 10,3% nel 2010 e al 10,4% nel 2011. Pur restando quindi vicina al 10%, un tasso molto alto, è un po’ meglio delle precedenti previsioni.

Diverse velocità fra paesi. Germania, Francia, Belgio, Olanda, Finlandia cresceranno piu’ dell’1% già quest’anno. Il pil spagnolo per il 2010 è in negativo dello 0,5%, ma salirà nel 2001, +0,8%. L’Irlanda quest’anno sarà sotto dello 0,9%, ma tornerà positiva nel 2011. Pesante la Grecia, sotto del 3% quest’anno e ancora negativa di mezzo punto l’anno prossimo.

Infine, l’Italia,: in linea con la media europea, con una ripresa modesta nel 2010 e più robusta nel 2011, deve fare attenzione al debito. Pil della Penisola allo 0,8% per il 2010 e all’1,4% l’anno prossimo. Sono cifre più basse rispetto al programma di stabilità del governo, che indica una crescita all’1,1% per il 2010 e al 2% per il 2011. Il rapporto deficit pil si attesterà al 5,3% nel 2010 per scendere al 5% l’anno prossimo. Il debito invece salirà al 118,2% del pil nel 2010 e al 118,9% nel 2011. Anche qui, stime peggiorative rispetto al piano di stabilità (deficit al 5% e al 3,9%, debito al 116,9% e al 117,8%).

L’inflazione, secondo la Ue, sarà rispettivamente all’1,8% e al 2%, la disoccupazione salirà all’8,8% quest’anno (dal 7,8% del 2009) e dovrebbe rimanere stabile l’anno seguente. In generale, la crescita italiana è in linea con quella del resto d’Europa, c’è come sempre un problema di alto debito, è piu’ alta della media anche l’inflazione mentre sono migliori rispetto ai partner comunitari i dati sulla disoccupazione.