Manovra anticrisi, 24 miliardi in due anni

di Barbara Weisz

25 Maggio 2010 12:30

Oggi il pacchetto al consiglio dei ministri dopo le riunioni con enti locali e parti sociali. Punto per punto, i principali provvedimenti del governo

Prima l’incontro con gli enti locali, poi la presentazione alle parti sociali. Giornata intensa quella di oggi per il ministro dell’Economia Giulio Tremonti che presenta la manovra economica da 24 miliardi che nel tardo pomeriggio arriverà sul tavolo del consiglio dei ministri.

«Questa non è una finanziaria qualsiasi. Dobbiamo gestirla tutti insieme», ha spiegato il titolare di Via Venti Settembre durante il confronto a Palazzo Chigi con regioni, province e comuni, ribadendo dunque un concetto su cui già ieri avevano insistito il portavoce del Governo Paolo Bonaiuti e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta.

In realtà, il dibattito politico è acceso, con critiche da parte del segretario del Pd Pierluigi Bersani («la favola è finita»), del presidente della Conferenza della Regioni, Vasco Errani («manovra insostenibile»), del segretario della Cgil Guglielmo Epifani, secondo cui la manovra non è equa.

All’incontro con gli enti locali c’erano regioni, province, comuni e comunità montane, mentre al vertice con le parti sociali hanno partecipato Confindustria, le rappresentanze del commercio, e oltre 60 sigle sindacali. E vediamo la manovra, che prevede appunto 24 miliardi di tagli e risparmi distribuiti nel prossimo biennio.

Per il settore pubblico, le due misure di maggior rilievo prevedono il blocco degli stipendi per tre anni, fino al 2013, e il taglio alle retribuzioni dei manager: il 5% in meno per chi guadagna fra i 90mila e i 130mila euro, il 10% in meno per i compensi superiori ai 130mila euro lordi l’anno. Tornando agli impiegati, le categorie che ancora attendono il rinnovo contrattuale relativo al 2008-2009 non potranno applicare su quest’ultimo un aumento superiore al 3,2%. Invariati gli organici degli insegnanti di sostegno, mentre bisognerà limitare, anzi praticamente dimezzare, il ricorso a contratti a tempo determinato e di collaborazione.

Per le pensioni, riduzione delle finestre di uscita. Non cambia nulla per chi ha 40 anni di contributi e per l’intero settore della scuola. Per gli altri, dimezzate da quattro a due le finestre di uscita per le pensioni di vecchiaia (65 anni di età). Quindi, chi matura questo requisito nel 2011, dovrà aspettare sei mesi in più per andare in pensione. Un’unica finestra, dalle due precedenti, per le pensioni di anzianità. Commercianti e artigiani potranno ritirarsi a partire dal secondo anno successivo alla maturazione dei requisiti.

Prevista una stretta sulle pensioni di invalidità, sia potenziando i controlli dell’Inps (100mila del 2010 ai 200mila nel 2011 e 2012) sia attraverso misure contenitive, come il rialzo all’80%, dal 74%, della percentuale di invalidità che consente di ricevere gli assegni.

Tagli anche per i compensi di parlamentari e ministri. Guadagneranno il 10% in meno i rappresentanti dell’Esecutivo con stipendi sopra gli 80mila euro. Parlamentari e Corte Costituzionale delibereranno la riduzione delle relative indennità. Ci sono anche altri tagli, come quello sulle auto blu.

Quanto agli enti locali, risparmi per 10 miliardi in due anni attraverso varie misure (per esempio il blocco delle consulenze). In generale, i tagli per comuni e province sarebbero intorno a 1,1 mld nel 2011 (800 milioni a carico dei comuni e 300 delle province) e 2,1 nel 2012 (1,5 per i comuni e 600 per le province). Per le regioni, circa 5 miliardi in entrambi gli anni.

Infine, una serie di altre misure, come la soppressione di alcuni enti (Isae e Ice). Confermata la stretta sull’evasione fiscale. Torna a 5mila euro il limite per i pagamenti in contanti: oltre questa soglia, per pagare i professionisti bisognerà fare assegni o pagamenti elettronici. Ci sarà la possibilità di regolarizzare le “case fantasma”, che cioè non hanno comunicato eventuali cambiamenti catastali, con la riduzione di un terzo delle sanzioni.