World in changing: il pensiero strategico diventa rotondo

di Luigi Spiga

31 Maggio 2010 10:00

Con Avanguardie dopo Porter la Old economy assorbe i casi di successo della New economy e si proietta verso la Next economy

È di 2 anni fa la pubblicazione del libro di Peter Senge “The necessary revolution: how  individuals and organizations are working together to create a sustenible world”. Senge è il miglior interprete del pensiero sistemico e già dal 1990 ha avviato con “La quinta disciplna” la rivoluzione del pensiero strategico “post Porter”.

Ma la rivoluzione solo oggi sta esplodendo come un “nuovo illuminismo”. La frase del famoso personaggio Pogo di Walt Kelly «abbiamo scoperto il nemico, e siamo noi!» ci svela uno dei paradigmi principali di questo avanzato pensiero in cui tutto è circolare e torna indietro. Senge non è solo un intellettuale: da oltre 20 è il consulente strategico di Harley Davidson, impresa della old economy che ha creato intorno al suo brand un mito ed un tribù unici e senza uguali nel mondo.

La rivoluzione nasce da un assioma che sembra tanto scontato quanto non è perseguito: il mondo è rotondo, e non lineare, ossia i fenomeni vanno letti in modo circolare, sistemico e contestuale, e non più in modo lineare, causale e sequenziale, perché il mondo oggi è così interconnesso, veloce e delicato, che veramente uno “starnuto”, una “fumarola” lontana migliaia di chilometri non fa una vittima ma blocca l’Europa. E tutto questo nella STRATEGIA, ossia il cuore o meglio il cervello delle imprese, sta realmente avvenendo e avrà un impatto fortissimo sulla gestione delle imprese stesse e sul mondo intero. Il pensiero strategico da Y diventa O, ossia diventa da lineare a rotondo, consentendo alle imprese di inventare un proprio mercato “OCEANO BLU”, e fa rete nel senso che internet diventa un importante strumento col quale superare i limiti spazio-temporali creare imprese a rete, imprese community.

Ecco qualche altro segnale: è di pochi mesi fa un saggio pubblicato sulla Harward Business Rewiew da Henry Mintsberg dal titolo “Rebuilding Companies as Communities”. Stiamo iniziando a dare dignità di modello a fenomeni imprenditoriali impensabili alcuni anni fa? In effetti, negli ultimi anni assistiamo ad una radicale evoluzione del pensiero strategico mondiale, fermo per oltre 20 anni sulla dominanza del pensiero di Porter, e ancora “The New Age of Innovation: Driving Concreated Value Through Global Networks” C.K. Prahalad e M.S. Krishnan – aprile 2008.

Prahalad, guru del pensiero strategico, che nel 2008 ha “spodestato” Porter dal primo posto della classifica, teorico della BOP Economy, anticipatore di fenomeni il microcredito incarnato in primis dal nobel Yunus. E così finalmente avrà fine l’applicazione dell’obsoleto management scientifico di Taylor e Ford e, come profetizzava negli anni ’90 il sociologo Domenico De Masi, arriva anche nel management una “Avanguardia” come quelle che soffiarono in Europa quasi 100 anni nelle arti e nelle scienze, nella letteratura e nel design, con Picasso, Freud, Stravinsky, Stein, Einstein, il Bauhaus, e i Futuristi. Quali le conseguenze di tutto questo?

Come Oracle nell’ultima America’Cup, così nel pensiero della strategia, secondo i dettami della “Blue Ocean Strategy” di Kim e Maubogne o del “Delta Model” di Hax e Wilde, modelli sistemici, imprese come Apple sviluppano strategie che «neutralizzano i concorrenti» e «vanno più veloci del vento», come Apple, perché fanno vincere anche il cliente, oltre a loro stesse, (strategia multi-win), perché fanno profitti ma non fanno extra-profitti, perché guardano al lungo e non al breve periodo.