Non una, ma ben due citazioni sbagliate nel nuovo tappeto presidenziale dello Studio Ovale di Barack Obama. Il restyling della Casa Bianca continua a rivelare gaffes di natura storica, mentre negli Stati Uniti dagli autorevoli commentatori dei principali organi di stampa ai tanti blogger della rete, si sprecano le critiche alla scelta di riarredare l’ufficio più famoso del mondo.
In realtà, tutti i presidenti americani prima o poi operano qualche cambiamento al look del celebre Studio Ovale. Obama lo ha fatto queest’estate, dopo 18 mesi di presidenza, approfittando del periodo delle vacanze. E subito, per esempio dalle colonne del New York Times, gli fanno notare che, al momento dell’insediamento, disse che non intendeva rifare l’ufficio e un mese dopo, parlando dell’attenzione che bisognava prestare a ogni spesa in tempi di crisi, aveva spiegato che «ci sono periodi in cui puoi riarredare la casa, e periodi in cui devi concentrarti nel ricostruire le fondamenta».
Le critiche sull’opportunità di un restyling in un momento in cui la crisi non è certo alle spalle sono arrivate un po’ da ogni parte. E, quando il Washington Post ha addirittura svelato l’errore nella citazione di Martin Luther King, si è sprecata anche l’ironia.
Il fatto, ormai notissimo in buona parte del pianeta, riguarda il nuovo tappeto, con cui Obama ha sostituito quello scelto per il marito da Laura Bush: un ovale, con lo stemma presidenziale in mezzo, su sfondo beige, con l’orlo arricchito da cinque citazioni illustri: quattro di ex presidenti americani (John Fitgerald Kennedy, F. Delano Roosevelt, Abramo Lincoln e Theodore Roosevelt) e una, appunto di Luther King: «l’arco dell’universo morale è lungo, ma tende verso la giustizia».
Ma il Washington Post ha svelato che a pronunciarla in realtà fu Theodore Parker, un sacerdote della chiesa unitaria, morto a Firenze nel 1860. In realtà, sembra che la questione possa ricomporsi nel seguente modo: diverse frasi di Parker furono in seguito riprese da Martin Luther King (come appunto quella citata), e anche da Abramo Lincoln. Tant’è vero che anche la frase che sul tappeto presidenziale è attribuita a quest’ultimo («un governo del popolo, dal popolo, per il popolo»), e che è stata effettivamente utilizzata dall’ex presidente nel suo discorso di Gettysburg, sarebbe in realtà originariamente di Parker.
Quanto alle altre celebri citazioni, Obama ha scelto la celebre frase di Roosevelt: «l’unica cosa di cui dobbiamo aver paura è la paura stessa», quella di Kennedy («Nessun problema del destino umano è fuori dalla portata degli esseri umani») e il pensiero di Theodore Roosevelt, come lui premio Nobel per la Pace (ma nel 1906, all’inizio di un altro millennio) sul fatto che «il benessere di ciascuno di noi dipende fondamentalmente dal benessere di tutti noi».
Se il tappeto è certamente il pezzo di arredo di cui si è parlato di più, non è l’unica novità dello Studio Ovale. Nuove tappezzerie, a strisce gialle e oro, sedie ritappezzate, i divani gialli dei Bush sono stati sostitutiti con un color crema, arricchito da cuscini con piccole righe rosse, bianche e blu.
In mezzo, un tavolino rettangolare con al centro un canestro di frutta, al posto dei precedenti fiori. È rimasta invece la scrivania, che hanno usato tutti i presidenti dopo Rutherford Hayes (il diciannovesimo, eletto nel 1877) tranne Johnson, Nixon e Ford. E sono ancora appesi alle pareti i ritratti di Lincoln e Washington. La Casa Bianca ha specificato che per i nuovi arredi non sono stati spesi soldi del contribuente, ma fondi residui della campagna elettorale.