Come usare le tecnologie per tagliare il deficit di circa mille miliardi di dollari entro il 2020. A spiegare il modo in cui operare questi risparmi sono stati i Ceo dell’industria hi-tech americana, che per presentare il piano si sono recati alla Casa Bianca. Una delegazione, guidata da Samuel Palmisano di Ibm è stata ricevuta dai funzionari dell’amministrazione americana in un colloquio servito a fonire nuove idee per la ripresa economica
Non è la prima volta che il presidente Barack Obama invita alti dirigenti aziendali per sentire le loro opinioni, anche in risposta a coloro che lo accusano di essere scarsamente sensibile nei confronti delle imprese.
Comunque sia, alla Casa Bianca insieme a Palmisano si sono presentati Greg Brown di Motorola, Paul Otellini di Intel, Steven Appleton di Microon Technology, Michale Splinter di Applied Materials e Joseph Tucci di Emc.
E hanno illustrato i risultati di una ricerca, chiamata “One trillion Reasons”, messa a punto dal Technology Ceo Council (Tcc). «Il nostro report contiene modi semplici e comprovati per tagliare mille miliardi dal deficit incrementando la produttività e rendendo sostenibile la competitività», spiega Michale Dell, presidente e Ceo dell’omonima azienda.
Il Technology Council parte del presupposto che le tecnologie possono contribuire a risparmiare, migliorare il servizio per i cittadini, creare posti di lavoro, promuovere l’innovazione. Il loro utilizzo può essere utile in diversi campi, dalla riduzione di frodi e abusi al potenziamento, anche sul fronte dell’innovazione, di settori che vanno dalla sanità all’educazione all’energia.
Il piano prevede di applicare alla struttura pubblica cambiamenti organizzativi e tecnologici già sperimentati nel settore privato, alcuni dei quali potrebbero diventare immediatamente operativi comportando un risparmio intorno ai 700 miliardi all’anno.
L’analisi propone una serie di esempi pratici: dei Data Centers che eliminino network a volte dispersivi e procedano verso una standardizzazione delle applicazioni, che permetterebbero un risparmio del 30% rispetto all’attuale spesa, intorno ai 76 miliardi l’anno, per gestire l’attuale composizione degli asset IT. Una risparmio intorno ai 500 miliardi sarebbe possibile da un consolidamento dell’attuale catena organizzativa della macchina amministrativa che elimini le sovrapposizioni fra funzioni e renda più trasparente e affidabile il servizio.
Le tecnologie possono essere impiegate per ridurre frodi, errori nell’erogazione di denaro pubblico, dai rimborsi fiscali a quelli previdenziali. Una più moderna gestione di questi processi farebbe risparmiare 200 miliardi. Risparmi per 50 miliardi potrebbero arrivare dalla semplice digitalizzazione di parte della burocrazia cartacea. O ancora la vendita o la messa all’asta di beni e assets già identificati dal Us Office of Management and Budget come inutili o sotto utilizzati, per risparmiare altri 150 miliardi.
Queste alcune delle misure proposte, le quali, sottolinea Bruce Mehlam, executive director del Tcc, «non richiedono nuove leggi, possono iniziare subito, guidano innovazione e crescita sul lungo termine».